Josienne Clarke & Ben Walker

Nothing Can Bring Back The Hour

2014 (Folkroom)
folk

Già sottoposti a una notevole attenzione da parte della stampa specializzata e del circolo di appassionati (e non soltanto) all'altezza della pubblicazione, giusto un anno fa, del considerevole “Fire & Fortune”, Josienne Clarke e Ben Walker decidono di battere il ferro finché è caldo e corredare già di un nuovo capitolo la loro fortunata liaison artistica, attraverso un'opera che potrebbe già essere considerata tra i momenti fondanti del nuovo pensare folk d'Albione. Accolto a suon di strepiti in patria (anche e più del precedente), “Nothing Can Bring The Back Hour” è infatti un lavoro che porta l'operato del duo a ridefinire, e allo stesso tempo rafforzare quel senso di ricerca antropologica insito sin dal principio nella loro sfaccettata indagine folk, a fronte di un dialogo tra epoche che nei solchi di questo nuovo lavoro raggiunge eccellenti livelli di sincretismo estetico e vette di intensità che la prima installazione a malapena riusciva a suggerire. Per quanto potesse essere nell'aria, una maturazione simile, per giunta a così breve distanza, era tutt'altro che pronosticabile.

Con un maggior dispiego di soluzioni sonore (che tracciano spesso interessanti paralleli con la capitana avantgarde Lisa Knapp), e un confronto più marcato tra rivisitazioni del vastissimo canone tradizionale e materiale autografo, il duo supera di slancio fissismi espressivi e steccati di categoria, incrociando, con una confidenza accresciuta rispetto al passato, strumentazione cameristica, spunti corali, serpeggianti tentazioni elettroniche e un'innata propensione dreamy, che più che evidenziarsi come sostegno strutturale finisce per dettare il mood del disco, ancora ostinatamente (e meno male!) figlio di una visione che trascende facili attinenze con il resto della carovana folk d'Albione.

Sempre più potente nei propri fraseggi, anche senza ricorrere a inutili sprechi d'ugola, la Clarke si rivela interprete sempre più di prim'ordine, tanto cosciente nel modularsi con rispetto e rigore sul repertorio classico (impeccabile su “The Queen Of Hearts”, anche più dell'analogo tributo da parte delle sorelle Unthank, poderosa nella rielaborazione in chiave simil-ambient di “Let No Man Steal Your Thyme”, riportata alla ribalta dai Pentangle nel loro debutto omonimo), quanto più libera e fantasiosa nell'affrontare i brani inediti, che la mostrano disinvolta anche in registri meno posati e passaggi dal taglio insospettabilmente più leggero.
Non che la coppia si sia mai messa in mostra per le proprie qualità drammatiche, quel che è certo però è che un momento così rinfrancante come “Moving Speeches” e il suo andamento country, nonché le armonie di ottoni, dall'odore quasi jazz, in “I Never Learned French”, non si erano mai sentiti prima d'ora da parte sua: accorgersi che anche con modulazioni più lontane dall'“ortodossia” tradizionale i due se la sanno cavare alla grande lascia intuire cose ottime per una carriera già di assoluto livello, a cui adesso manca soltanto l'approdo verso il grande pubblico (comunque sempre più ricettivo, come i tanti eventi sold-out e i riconoscimenti ottenuti dimostrano) per effettuare la zampata finale.

Se insomma anche qualche altra rivista, magari più à-la-page, comincerà a coprire in futuro le uscite di Josienne e Ben, sappiate che qui vi avevamo avvertito.

23/12/2014

Tracklist

  1. Silverline
  2. A Simple Refrain
  3. It Would Not Be A Rose
  4. I Wonder What Is Keeping My True Love Tonight
  5. The Tangled Tree
  6. I Never Learned French
  7. Moving Speeches
  8. Mainland
  9. The Queen Of Hearts
  10. Let No Man Steal Your Thyme
  11. Now You Know
  12. Earth And Ash And Dust
  13. Water To Wine

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