Ensemble Economique

Melt Into Nothing

2014 (Denovali)
dark-wave, ethereal
6.5

Quando di mezzo c'è Brian Pyle, aspettarsi “qualcosa” di definito è sempre impossibile. Così tante e diverse le sfaccettature che la sua musica ha assunto nel tempo, così lunga la lista delle occasioni in cui il nostro ha saputo stupire quando meno ce lo si aspettava. Una cosa, però, è sicura: sono almeno tre anni (e altrettanti lavori sulla lunga durata) che la fiamma della sua ensemble economica pare essersi stabilizzata. Non spenta né affievolita - perché le due uscite su Denovali dell'anno scorso e il “Fever Logic Lp” offerto alla causa Not Not Fun restano lavori di tutto rispetto in grado di consolidare l'istrionica figura oscura dell'ex-Starving Weirdos - bensì ferma e in equilibrio su se stessa, lontana dalle vampate del triennio 2008-2010.

Per farla breve: il mestiere e l'esperienza che si sostituiscono progressivamente all'incontrollabile voglia di stare “fuori dalle righe”, caratteristica quest'ultima che aveva impedito per anni al progetto di scivolare nel nutrito calderone dei nostalgici della 4AD dei bei tempi. Il rischio a lungo evitato si materializza sicuramente in questo “Melt Into Nothing”, terza stampa a firma Denovali in nemmeno un anno e, paradossalmente, migliore e più suggestivo fra i lavori della “fase dell'equilibrio” di cui appena detto. Assunti a modelli primi la dinastia dream-pop twinsiana e il gotico di casa Projekt (Arcana e dintorni), Pyle recupera e ricicla le nebulose atmosferiche già esibite per “The Vastness Is Bearable Only Through Love” riconvertendole tra sogno e inquietudine.

L'operazione paga decisamente di più della macchinosa (e ai tempi parziale, tanto da presupporre una continuazione per fortuna accantonata) “purificazione” synth-ambient attuata l'anno scorso, regalando sei polaroid affrescate sulle quali pesa però la mancanza di quel coraggio che aveva marchiato a fuoco i prodotti migliori della (finta) Ensemble. Così i graffi della chitarra sofferente di “Make-Out In The GDR” e la litania grigia di “Fade For Miles” fungono da perfette dimostrazioni dei pregi e dei difetti del disco, rappresentati rispettivamente da suggestione e mancanza quasi totale di andare oltre cliché di sicura presa. Il manierismo è il limite principale pure del mare drone di “Melt Into Me”, unico palese tentativo di ritorno al passato meno recente.

Decisamente più interessanti sono il recupero dei Black Tape For A Blue Girl dei primissimi tempi in “Never Gonna Die”, sotto la guida di un organo per una volta lontano dallo stereotipo del tetro, e la dimessa marcia metropolitana di “Hey Baby”, quasi un'eco lontana della sfera di cristallo co-firmata da John Foxx e Robin Guthrie ormai sei anni fa.
A esercitare il fascino maggiore è però probabilmente l'apertura di “Your Lips Against Mine”, ipotetico omaggio ai Tearwave che riesce nell'intento di trasmettere un briciolo di magia. Elemento che, in dosi maggiori e più capillari, avrebbe potuto dare una spinta all'intero disco. Tocca invece accontentarsi di un compito svolto a puntino con qualche ottimo momento, ma di nuovo senza l'ombra di una scintilla.

05/08/2014

Tracklist

  1. Your Lips Against Mine
  2. Make-Out In The GDR
  3. Hey Baby
  4. Fade For Miles
  5. Never Gonna Die
  6. Melt Into You

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