Lee Fields & The Expressions

Emma Jean

2014 (Truth & Soul / Redeye Label)
soul

L’orgoglio e la perseveranza forse possono cambiare il destino di un uomo, ed è quello che è sicuramente successo a Lee Fields che, alla veneranda età di 63 anni, mette insieme l'album più completo e promettente della sua lunga carriera. Il suo percorso artistico offre più di un motivo di riflessione: affettuosamente chiamato il piccolo JB (James Brown ovviamente), Lee Fields ha accompagnato le tournée di artisti famosi come Kool & The Gang, Sammy Gordon, O.V. Wright, passando da un repertorio più funky al soul, sulle orme di Wilson Pickett, Otis Redding, Bobby Womack e Sam Cooke, con alterni successi e momenti bui.
Quando giunse la hippie-generation, la canzone di protesta spazzò via molta soul-music e molto r’n’b, colpevole di indugiare su temi personali e di accentuare il compromesso tra neri e bianchi. Si salvò l’ala più sporca e trasgressiva (su tutti James Brown) e solo il blues restò vivo e vegeto, anche se cristallizzato nelle logiche della cultura beat e rivoluzionaria. L’avvento della disco-music sembrò confermare le perplessità del pubblico più colto ed esigente, e per chi, come Lee Fields, non riuscì a trovare una collocazione stilistica fu un periodo difficile.

Poi venne la new wave, con i gruppi inglesi innamorati del soul (Dexys, Jam) e il rinnovato interesse dei giovani per la propria sfera personale come punto d’approccio per una nuova rivoluzione sociale. Sono gli anni in cui “What’s Goin On” viene votato dai lettori di un’importante rivista inglese come il miglior disco di tutti i tempi e “Tunnel Of Love” di Bruce Springsteen (l'America del popolo bianco) si salva da una leggera fiacchezza sonora con dei testi splendidi su amore, abbandoni e solitudine. La soul-music ritorna a essere la musica più adatta a rappresentare il conflitto d’emozioni che accompagna la vita ed è ormai parte di quelle radici (roots) dalle quali nessun artista sembra volersi più distaccare.

Con il gruppo degli Expressions, Lee Fields ha messo a punto un sound equilibrato e ricco di swing; i due precedenti capitoli (“My World” e “Faithful Man”) avevano l’urgenza di riportare la musica soul all’interno di una tradizione più ampia e globale, che includeva il country e il blues, con splendide canzoni come “You're The Kind Of Girl" e "Wish You Were Here”, che mostravano anche una scrittura più decisa.
Le canzoni di “Emma Jean” sono immerse invece in sonorità ancora più ambiziose, e sull’onda del successo di artisti come Sharon Jones e Charles Bradley, Lee Fields è pronto a rimetter insieme la propria storia personale e artistica con eccellenti risultati. La grinta della spietata “Talk To Somebody”, la giocosa leggerezza di “Standing By Your Side” e la sensualità magnetica di “In The Woods” (con accenni di “I Can’t Stand The Rain”) sono parte di un unico racconto intenso e autentico, attraversato da una consapevolezza emotiva attraente.

Registrato negli Easy Eye Sound Studios, quelli dei Black Keys per capirci, l’album include anche una canzone scritta da Dan Auerbach, la sofferta e intensa “Paralyzed”, che offre a Lee Fields uno dei raggi d’azione emotivi più ampi e decisi.
Nonostante il suo appeal istantaneo, “Emma Jean” è un disco più struggente e malinconico dei precedenti album con gli Expressions, ed è dedicato alla madre scomparsa, ma anche a tutte quelle delusioni sentimentali che mettono in dubbio amore e amicizia: le intense “Eye To Eye” e “Still Gets Me Down” non sfuggono da questi impulsi. Tristi e riflessive, si adagiano su splendide sonorità di fiati e ritmi vigorosi che mettono in evidenza un affiatamento con la band quasi perfetto.

Tra una intelligente lettura di “Magnolia“ di J.J. Cale, uno strumentale, “All I Need”, adatto a metter in mostra le doti della band in concerto, si scivola verso un finale ancor più sfolgorante, con la splendida “Stone Angel”, un brano dall’incedere ritmico soffice e fluido, che finisce per ipnotizzare l’ascoltatore con il suo sapore dolce-amaro, simile a quello delle lacrime.
Ma “Emma Jean” è soprattutto l’album dell’orgoglio, quello che la madre ha lasciato in eredità a Lee Fields dopo la sua scomparsa, e che l’artista rivive con passione e dolore nel country-soul di “Don’t Leave Me This Way”, prima che cali il sipario su un album soul che non farà fatica a trovare un posto in una discoteca personale che si rispetti.

29/06/2014

Tracklist

  1. Just Can't Win
  2. Magnolia
  3. Paralyzed
  4. Standing By Your Side
  5. Eye To Eye
  6. In The Woods
  7. All I Need
  8. Still Gets Me Down
  9. Talk To Somebody
  10. Stone Angel
  11. Don't Leave Me This Way


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