Ormai è un appuntamento fisso. Ogni nuova uscita di Sharon Jones & The Dap-Kings va intesa solo ed esclusivamente come un atto d'amore verso il "sacro verbo" del soul - quello degli anni d'oro della Motown, della Chess e della Stax. E poco importa se siamo nel 2014; incuranti delle mutazioni che la black music (intesa nel senso più ampio del termine) sta vivendo da anni a questa parte, Sharon Jones e i suoi Re del Dap continuano imperterriti la loro corsa analogica verso Memphis, a colpi di funk, sincopi e fiati impazziti.
I Daps hanno dalla loro una navigatissima professionalità che si è ormai fatta sinonimo di qualità (roba tipo Sly & Robbie o la chitarra di Nile Rodgers), e che li ha portati a suonare con Amy Winehouse (sul famosissimo "Back To Black"), i Muse, Mark Ronson e pure nell'acclamato "Love This Giant" della coppia Byrne/St Vincent. Con questo buon pedigree quindi, gli arrangiamenti e il songwriting di ogni loro opera sono quasi assodati a prescindere. Sharon Jones invece ci mette la voce, e che voce! Indubbiamente, ad ascoltarla nelle interpretazioni di questi dieci brani nuovi di zecca - ma che potrebbero essere usciti fedelmente 40 anni fa - vengono in mente diverse grandi voci dei tempi che furono, da Aretha a Gladys a Chaka Khan.
Ma la Signora non si lascia intimidire facilmente, e si mostra padrona dello strumento dell'anima per eccellenza, senza mai apparire (auto)referenziale. E dire che - come ha recentemente raccontato in una bellissima intervista a The Village Voice - fino a qualche mese fa la sua personale lotta contro il cancro l'aveva tenuta pericolosamente in bilico con la vita. Eccola, invece, nel video di "Stranger To My Happiness", presentarsi fieramente calva, ancora scossa ma decisa più che mai a continuare la festa (e farsi un baffo dei suoi 57 anni). Anche per questo, la canzoni di "Give The People What They Want" suonano frizzanti e tristi, energiche e affaticate, travagliate, eppure piene di speranza e traboccanti di vita. In una parola: soul.
Diciamolo giusto per dover di cronaca. Arrivati a questo punto ormai è inutile ribadire sulla nota ripetitività stilistica dell'offerta della band. Da un punto di vista prettamente discografico, questi 10 nuovi brani aggiungono zero alla lunga carriera del combo (ma provate anche gli ottimi "100 Days, 100 Nights" e "I Learned The Hard Way"). Rimane comunque sempre un gran piacere ascoltare musica così viva, ottimamente suonata e interpretata con una passione sconociuta a tante altre leve ben più giovani e in salute. Del resto lo scopo della band non è mai stato quello di portare innovazione (un'atmosfera vagamente moderna si può sentire giusto nel brevissimo intro dell'altro singolo "Repeat!"); il loro merito sta tutto nel tentare sistematicamente a ogni uscita di avvicinare le nuove generazioni alla purezza del soul come veniva concepito un tempo.
Vista la presenza scenica del gruppo, ogni nuovo disco si presenta prima di tutto come una scusa per poter rimontare sui palchi di mezzo mondo a far baldoria, e se quella è la dimensione a loro più congeniale, ben venga anche un disco bello ma non imprescindibile come "Give The People What They Want". Come ci ha già raccontato Massarini, Sharon Jones & The Dap-Kings andrebbero visti dal vivo. A breve, salute di Sharon permettendo, potrebbero annunciare delle date del nuovo tour anche in Europa. Se passano dalle vostre parti, fate un salto a vederli.
13/01/2014