Devo ammetterlo, ho sempre diffidato di gruppi come i We Are Scientists. L’impressione che aveva lasciato l’ascolto di questi newyorkesi dall’attitudine decisamente fighetta, fin dal loro album d’esordio di quasi una decade fa (un’era geologica, musicalmente parlando), era quella di una band che nascondeva dietro alle chitarre tirate e ai ritornelli catchy una sostanziale mancanza di personalità e di idee. In verità, a volerlo davvero trovare, in mezzo a quell’indie-rock velato da una quasi impercettibile nebbiolina new wave c’era pure del buono: sfido chiunque a non considerare “Nobody Move, Nobody Get Hurt” una canzone dal tiro irresistibile, perfetta per un dj-set modaiolo o per un qualsiasi cd masterizzato da tenere in macchina quando la radio non ha nulla da dire. Ma se è vero che una rondine non fa primavera, figuriamoci una singola canzone.
Arriviamo così a “Tv En Français”, quarto capitolo per Keith Murray e Chris Cain, registrato a New York con l’ausilio del producer Chris Coady (Beach House, Gang Gang Dance, Blonde Redhead). E scopriamo che la proposta musicale dei We Are Scientists è più o meno sempre la stessa: caramelle power-pop che non superano quasi mai i 3 minuti, l’attitudine wave à-la Interpol che fa capolino molto di rado lasciando spazio a un innocuo ancorché in certi passaggi irritante (confermo, irritante) pop da soundtrack fatto di intrecci di chitarre, coretti narcisistici e architetture melodiche sentite davvero troppo spesso.
Le canzoni? Non del tutto pervenute, specialmente nella prima parte del disco. Dopo il debole brano d’apertura troviamo un mezzo plagio degli Wolfmother nel riff iniziale di “Dumb Luck”, un vagone di zucchero negli arpeggi da telefilm di “Make It Easy” (il potenziale pezzo da stadio, se mai ci arriveranno...) e una “Sprinkles” che riesce a essere uno dei brani più interessanti del lotto e, allo stesso tempo, un gigantesco fallimento. La palma del “meno peggio” se l’aggiudicano l’interessante sezione ritmica della danzereccia “Overreacting” (in odore Phoenix) ma soprattutto “Return The Favor”, malinconica ballad a metà fra Duran Duran e i già citati Beach House, che esplode nel finale in un fragore waveggiante. E’ generalmente tutta la seconda parte di “Tv En Français” a essere un gradino superiore ai primi pezzi, anche se si parla francamente di briciole. Anche perché la conclusiva “Take An Arrow” suona più o meno come una b-side degli Editors: insomma, non proprio l’ideale per chiudere un album dei We Are Scientists.
Tirando le somme, cosa resta di questo “Tv En Français”? Due o tre brani buoni in un mare di banalità, tanti potenziali sottofondi per giovani amanti di "Glee" e "Smallville" e ancora quella fastidiosa impressione di avere a che fare con musicisti che suonano perennemente davanti allo specchio. Una band per cui, con tutta probabilità, nessuno si sognerà mai di scrivere una monografia.
03/03/2014