Prima di darsi alla letteratura, Wu Ming 2 suonava nei Frida Fenner, formazione hardcore bolognese che si ritrovò ad accompagnare i reading di Enrico Brizzi ispirati a “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”. Prima di darsi alla letteratura, Wu Ming 5 suonava nei Nabat, storica formazione oi! punk italiana. In quanto a Yu Guerra e Cesare Ferioli, a metà degli anni novanta militavano negli X-Ray Men, gruppo che si trovò a collaborare con il poeta Gilberto Centi in occasione del reading letterario “Il Navigatore Cieco”. Entrambi sono rimasti attivi nel mondo della musica, il primo come musicista, il secondo come deejay e produttore.
Sono passati quasi vent'anni da allora, un periodo che i quattro, ciascuno a modo suo, hanno speso facendo dell'arte la propria vita. Non stupisce dunque che, ritrovatisi più o meno per caso per dare supporto a una campagna referendaria a favore della scuola pubblica nel Comune di Bologna, da quella singola esperienza sia venuta fuori l'idea di mettere in piedi un progetto musicale che diventerà di fatto lo spin-off del più celebre collettivo letterario italiano: non per niente, la formazione prenderà il nome di Wu Ming Contingent.
E qui arriviamo ai giorni nostri, ovvero all'uscita di “Bioscop”, un album di esordio che – come recita il titolo – descrive le vite di quelle figure che a modo loro hanno portato a una rivoluzione in svariati ambiti, e lo fa con una formula che alla musica affianca la letteratura, e non potrebbe essere altrimenti. Le vicende dei vari protagonisti maschili dell'opera – da Socrates a Gaetano Bresci, da Vittorio Arrigoni a Ho Chi Minh – vengono infatti tradotte in veloci ritratti declamati sopra canzoni punk e post-punk che sanno conciliare e valorizzare con sorprendente abilità sia i testi che la musica, qui tutt'altro che secondaria.
Ma al di là delle figure che nel bene o nel male attraversano l'album (una su tutte, la strepitosa vicenda narrata in “Peter Norman”), l'opera è anche e soprattutto un impietoso ritratto dei tic e delle anomalie dei nostri tempi, dalla lobotomia digitale de “La Rivoluzione (non sarà trasmessa su Youtube)” - libera reinterpretazione di “Revolution Will Not Be Televised” di Gil Scott-Heron - agli anti-slogan che riempiono le nostre giornate mentre l'altra metà del mondo piange (“Stay Human”). Parole forti, spesso taglienti, accompagnate da sonorità alt-rock (“Soldato Manning”), funk (“Italia mistero Kosmiko”), punk (“La notte del Chueco”), post-punk (“Cura Robespierre”), influenze world (“Uno spettro”). Ed è proprio questo variegato e puntuale corredo sonoro a diventare il valore aggiunto di un album divertente e ben congegnato, che aggiunge un inedito tassello al panorama musicale italiano.
Legato a doppio filo alla contestuale pubblicazione del libro “L'armata dei sonnambuli”, “Bioscop” sarà seguito da un secondo atto in cui le figure rivoluzionarie raccontate saranno tutte al femminile.
18/04/2014