David Roberts - St Clears

2015 (Self Released)
chamber-folk

Figura emergente dei folk club inglesi, David Roberts giunge al suo primo e vero album dopo anni di concerti e registrazioni private, mettendo insieme dieci canzoni gentili e delicate che rinnovano il fascino e la tradizione del folk più classico e pastorale.
Registrato nei Rockland Studios dell’amico e produttore Adam Huyton, “St Clears” è un disco elegante, dove folk e jazz vengono adagiati su accordi ricchi di armoniche e lirismo, spesso avvolti dai suggestivi arrangiamenti dei String Section.

Inevitabilmente la figura di Nick Drake fa capolino nella sua musica, più in particolare quello innamorato dell’orchestra e affascinato dalla figura del compianto Robert Kirby (quello di “At The Time Of The City Clock” per intenderci).“St Clears” è infatti un album contemplativo, a volte fragile, il tono non è mai spartano, ma sempre ricercato e ricco di sfumature pregevoli, la voce morbida e confidenziale espande il romanticismo senza che tutto suoni zuccherino o troppo malinconico.
Poesia e letteratura si incontrano tra accordi sincopati di piano e sfumature di jazz, che il violoncello trascina amabilmente tra le pieghe del miglior chamber-folk (“So Long”); e basta il tocco quasi esotico delle percussioni per entrare in punta di piedi nel dorato mondo della psichedelia (“Indian Blues”) restando poi ipnotizzati dall’abilità chitarristica di David Roberts, esibita nell’unico brano non cantato (“Instrumental”).

Fa piacere trovare tra i musicisti Seth Bennett, abile bassista già alla corte di Mary Hampton, e grande cesellatore di accordi in bilico tra folk e jazz, che impreziosiscono non poco il lavoro di scrittura e arrangiamento delle canzoni, raggiungendo vertici quasi elegiaci in “To The Day”, che sconfina nella tradizione folk-prog più raffinata con echi di King Crimson e Forest.
Tutto è molto lineare e limpido nell’esordio di David Roberts, le note iniziali di “Sweet Little Time” non nascondono segreti: l’incastro tra piano, chitarra e viola di “The Glowing” suona così naturale da far dimenticare l’austerità profonda di basso e voce; la cascata di accordi che introduce “Changelings” è più ricca e impetuosa di quanto appaia; infine la presenza della chitarra elettrica nella title track non distoglie l’atmosfera bucolica e leggermente naif dell’album.

Pur se sovrastato dalle ombre di Nick Drake e John Martyn, “St Clears” riesce a superare l’effetto deja-vu anche nei brani meno personali come “Storm Light” e “Won’t Know”, lasciandosi dietro di sé una sensazione d’evanescente bellezza, pronta a prender forma ad ogni ascolto, quasi come il dipinto di David Eatwell che lo accompagna in copertina (un’opera pagata da David Roberts con alcune lezioni di chitarra), che cattura con poche sfumature di colore l’affascinante dream-folk di un musicista da seguire con attenzione.

06/06/2015

Tracklist

  1. Sweet Little Time
  2. So Long
  3. Indian Blues
  4. The Glowing
  5. Storm Light
  6. Won't Know
  7. Instrumental
  8. Changelings
  9. To The Day
  10. St Clears


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