Sam Shepherd, ai più conosciuto con il nome di Floating Points, è uscito alla ribalta della scena elettronica inglese grazie a diversi Ep con cui è riuscito a cristallizzare un suono estremamente caldo e personale, dimostrando una precoce maturità e tanta, tanta classe. Ormai diventato sinonimo di qualità, il suo è già tra i nomi più richiesti nei club e nei festival più influenti d' Europa, e non solo. Qualsiasi sia l’evento, questo timido e intrigante producer inglese riesce sempre a proporre il suo stile colmo delle più disparate influenze jazz, e arricchito da una massiccia dose di miscelazioni elettroniche.
“Elaenia” è quindi il suo primo Lp, nato dopo un travaglio di cinque anni, tempo utilizzato da Shepherd, oltre che per la musica, anche per completare il suo dottorato in neuroscienze. Tipo sicuramente eclettico, Floating Points, che figura in questo disco come produttore, compositore, ingegnere del suono, arrangiatore e persino come autore dell'artwork, accantonando invece per il momento la veste abituale di dj. Facile intuire che in questo lavoro siano poche le cose lasciate al caso, e che soprattutto ci sia un bel divario con le uscite precedenti: una gamma sonora profondamente allargata, sia che si tratti di nuove strumentazioni elettroniche analogiche, sia per la dozzina di musicisti che sono stati chiamati a raccolta.
L'ascolto di “Elaenia” risulterà ancor più spiazzante per chi già conosce e ha apprezzato i precedenti Ep, costruiti per dar vita a una mescola ritmica morbida e fluttuante. Qui toccano vertici supremi le danzanti suite jazzy, le carrellate di fulgidi gioielli chill-house imbastiti con una classe propria di gente del calibro di Dj Sprikles o, meglio ancora, Matthew Herbert.
E’ pura commistione tra manipolazione elettronica e vocazione jazz. La rigidità delle macchine è posta al servizio dell’anima. Sam mette in campo la propria immaginazione, la propria visione delle cose. Spuntano così sinapsi strumentali avvolgenti e conturbanti. Lo spazio è riempito con la visione di chi possiede gli strumenti tecnici ed emotivi per fondere al meglio la propria arte, i vari impulsi creativi, incastrati in ogni momento con enorme maestria e innata eleganza. L'elemento distintivo trova il suo possibile parallelo in una ricetta posta a metà tra i Cobblestone Jazz e Aphex, Soulphiction e Sun Ra.
Dunque, le cose cambiano e si evolvono. Floating Points decide di spostarsi adagio dal lounge bar al salotto e di partorire un'esperienza uditiva completa e matura, senza dimenticarsi della magica eleganza che lo distingue da sempre da gran parte dei producer odierni, avvolgendo ogni nota con una calda aura di candida intimità, dosando l’acceleratore e ampliando lo sguardo verso costrutti sonori immaginifici.
Plastiche vibrazioni e flemmatiche contorsioni poste puntualmente sullo sfondo arricchiscono a più riprese quelle che sembrano talvolta apparire solo come semplici astrazioni analogiche. Il meticoloso e visionario dj-producer inglese cerca di trovare il giusto equilibrio tra modellazione sintetica e caos meditativo.
Con questo disco, che per l'organicità e unicità con cui è costruito potrebbe idealmente apparire come un concept-album, Shepherd dimostra tutta le sue più profonde doti, qualità creative a cui non aveva mai dato completamente voce, spaziando tra ambient di rara efficacia e jazz, nella più totale semplicità.
“Silhouettes (I, II & III)” è una splendida suite divisa in tre parti. Nell'incipit procede una spedita marcia electro-funky, mentre col rallentare della batteria si giunge alla parte centrale accordata su una brezza di archi e cori celestiali dalla stupefacente leggerezza. “Argenté” e “Thin Air” mostrano il lato più cibernetico del buon Sam: il primo è basato su una sequenza di analog-synth in crescendo, l'altro evolve in un microscopico sfrigolio di drum machine.
La title track è, invece, una dolce poesia ambient su cui si appoggiano in adagio piccole vibrazioni di tastiera. “Nespole” e “For Marmish” rimembrano la classica impronta jazzy di Floating Points, con bassi più attenuati e sfumati. In chiusura, “Peroration Six” riprende il discorso concluso in “Silhouettes (I, II & III)”, affidandolo a una frenetica rullata di batteria e affogando improvvisamente in uno strozzato e violento silenzio.
“Elaenia” scrive un altro sublime capitolo dell’elettronica contemporanea votata in qualche maniera alla musica jazz. Una fusione che attrae e incanta, soprattutto se alimentata da una mente visionaria e da un’anima calda come quella di Sam Shepherd. Un disco che proietta il produttore di Manchester tra le stelle del firmamento elettronico del Vecchio continente.
29/11/2015
1. Nespole
2. Silhouettes (I, II, II)
3. Elaenia
4. Argenté
5. Thin Air
6. For Marmish
7. Peroration Six