Frankie Knuckles, uno dei padri fondatori della musica house, stava mettendo a punto una retrospettiva del suo operato assieme ai tipi della Defected, etichetta britannica legata al Ministry Of Sound e gestita da veri cultori della musica dance, che ha già mandato alle stampe, tra le altre, questa maxi-raccolta dei Masters At Work. Ma l'improvvisa scomparsa di Frankie nel 2014 ha momentaneamente sospeso il progetto e lasciato un vuoto enorme; sul loro sito si trova ancora una bella e lunga intervista, che col senno di poi è pure emozionante. Quest'anno finalmente "House Masters Frankie Knuckles" è arrivata nei negozi.
Dentro vi si trova il Frankie più noto e deep, l'autore e remixer ispirato dai grandi del passato della disco come Walter Gibbons e Tom Moulton; proprio come loro, infatti, Frankie aveva l'innata capacità di saper esaltare la canzone originale senza snaturarla, ma anzi creandone una versione "maggiorata", magari mettendo in evidenza una linea di basso, mandando in loop congas e un giro di piano, oppure facendo ripetere ciclicamente una strofa particolarmente soulful al momento giusto. Mettiamo poi l'amore per la pista e per i volti della gente persa nel ballo, per le voci e le storie dei personaggi che giravano alle sue serate, e rimontiamo il tutto su ritmi felpati e avvolgenti - dalla sottocultura gay di Chicago alla volta del pianeta, la musica di Knuckles è capace di unire tutti sotto uno stesso tetto.
Agli ormai storici pezzi autografi come "Your Love", "Whistle Song", la sensualissima "Baby Wants To Ride" e "Rain Falls" si aggiungono dunque molte delle sue "firme" più celebri, da "Watcha Gonna Do With My Lovin' (Def Mix)" per Inner City a "Ain't Nobody (Hallucinogenic Version)" di Chaka Khan, passando per la protetta Adeva con "Beautiful (Extended)" e "Too Many Fish (Classic Frankie Version)" e la concitata "The Pressure (Frankie Knuckles Classic Mix)" per Sounds Of Blackness.
Ma si va in brodo di giuggiole anche per la presenza del contingente inglese - "Left To My Own Devices (Royal Piano Version)" dei Pet Shop Boys e una "Change (Knuckles Mix)" di Lisa Stansfield semplicemente da urlo (che voce quella donna...).
Immancabile poi l'ormai celebre "Blind (Frankie Knuckles Remix)" degli Hercules & Love Affair, un vero e proprio punto fermo per la musica dance del decennio 00, nonché la dimostrazione che a oltre 20 anni dal periodo storico della Warehouse, Frankie non aveva certo perso lo smalto.
Certamente esistono già in commercio altre raccolte di Knuckles; "House Masters Frankie Knuckles" è solo una delle possibili variazioni sul suo operato, nonché una delle più mainstream in quanto raccoglie hit e pezzi famosi. I fan più accaniti probabilmente di questo materiale avranno già tutto, ma con una discografia come quella di Knuckles chiunque sentirà la mancanza di qualche pezzo del cuore o di una versione particolare (io per esempio ci avrei tanto voluto "This Time (Frankie Knuckles Bomb Mix)" di Chanté Moore). Nonostante tutto, il materiale qui raccolto offre davvero un'ottima panoramica sul personaggio.
Tra l'altro la confezione è splendida: cartone lucido in b/n e 22 tracce su due cd, un corposo libretto contenente foto, credits, un vecchio scritto datato 1986 di Barry Walters e una serie di dediche da parte di amici e colleghi. E prima che vi venga in mente l'idea che si tratti della solita operazione postuma raccatta-soldi, specifichiamo pure che, come previsto fin dall'inizio dell'operazione, tutti i profitti della vendita di "House Masters Frankie Knuckles" verranno devoluti alla Elton John Aids Foundation (motivo per il quale su Spotify si trova solo un'anteprima).
Spendeteceli due spicci, suvvia!
(14/09/2015)