Lisa Stansfield

Seven

2014 (Monkeynatra)
blue-eyed soul, disco-funk

Capelli cortissimi, ricciolo incollato alla fronte e un look lesbo-chic; così veniva catturata Lisa Stansfield nell'89, nell'indimenticabile video di "All Around The World". E poi c'era la voce, grondante classe come ogni autentica soul singer che si rispetti, ma allo stesso tempo dinamica per reggersi in piedi sulle più impietose basi dance del momento. Erano gli anni dell'acid-house e del madchester in Inghilterra, e dell'r&b iniettato di new jack swing in Usa, eppure Lisa da Rochdale, una località nell'ex-zona industriale attorno a Manchester, riuscì a conquistare il mondo, vendendo oltre cinque milioni di copie col suo stiloso album di debutto "Affection".
Più orientata verso la scena club che non al mainstream, la sua carriera si è successivamente adagiata su numeri più esigui; ci ha guadagnato in longevità, un seguito di fedeli, e il rispetto di critica e colleghi, tanto da essere invitata nell'esclusivo mondo del jazz, come testimoniò la sua settimana di permanenza al Ronnie Scott's di Londra nel 2003.
 
Oggi Lisa è una bella 47enne in ottima forma e spirito. Si veste con un gusto retrò da signora anni Trenta, ma non rinnega le radici nella working class e la sua parlantina non ha perso un briciolo della spassosa cadenza del nord-est. L'amore del pubblico è pressoché immutato, e quasi lo stesso si può dire del suo stile.
Il nucleo di collaboratori alla base di "Seven", infatti, è lo stesso che l'accompagna sin dall'esordio: il marito Ian Devaney in veste di co-autore e produttore, gli arrangiamenti a cura di Jerry Hay e una sezione ritmica saldamente in mano al celebre John Robinson - entrambi già presenti alle sessioni di "Off The Wall" e "Thriller" di Michael Jackson.
Ecco quindi morire la speranza d'un colpo di scena - e giustamente scatta pure l'allarme. Tuttavia, a questo giro, la carta vincente di "Seven" sta proprio nel proporre una disarmante semplicità che guarda senza vergogna al passato revivalista. La decisione di non concedere spazio a sonorità elettroniche toglie di mezzo quella patina che aveva reso soporiferi dischi come "So Natural" o "The Moment".

Una volta partito l'ascolto, non ci si può lamentare della scelta. Gli arrangiamenti sono sublimi, e cesellano le melodie con una classe d'altri tempi: stuoli di ottoni, chitarre in salsa funky, super-impalcature d'archi e una sezione ritmica in gran forma, tutto fa sì che la Diva non si "appoggi" mai troppo su quella sensualità che, in passato, poteva essere stucchevole. In questo clima di totale classicismo analogico, Lisa mostra al meglio la sua arma vincente: una voce limpida, calda, sensuale, e ancora capace di far invidia a ogni collega - e pensare che, per quasi trent'anni di vita, Lisa fumava qualcosa come quaranta sigarette al giorno! Sentitela, invece, sul passo jazzato di "Why", che ricorda i Simply Red di "Sad Old Red", oppure quando va in ascesa in "Conversation" sorretta da una sezione d'archi che sembra un film di James Bond. A donare dinamismo, ecco i due singoli "Can't Dance" e "Carry On", disegnati per scaraventarci sul parquet tirato a lucido di una pista northen soul. Ma è su un pezzo come "Stupid Heart" che si consuma tutta la sua arte: cercate pure una nuova leva del blue-eyed soul capace di cantare un pezzo a questo modo. Non la troverete.
 
"Seven" non rinnova niente, ma è talmente godibile che francamente non importa nemmeno, e con sole dieci tracce in lista, il ha pure il grosso vantaggio di non tirarla troppo per le lunghe.
La regola rimane invariata: a chi non è mai piaciuto lo stile, non troverà certo pan per i denti, e anche chi sperava in una possibile svolta stilistica dovrà guardare altrove. Lo scopo non era quello, da che mondo è mondo, non si ascolta la Stansfield per spirito di scoperta, o ricerca di modernità. Provate però a tornare a casa una piovosa sera d'inverno, dopo una giornataccia di quelle da dimenticare. La casa è vuota, la doccia attende fumante, la cena è a scaldare in forno; sul piatto scivola "Seven" e parte Lei, a calmarvi i nervi con i suoi aaahhh e i suoi uuuhhh. Ma cosa volete di più?

10/02/2014

Tracklist

  1. Can't Dance
  2. Why
  3. So Be It
  4. Stupid Heart
  5. The Crown
  6. Picket Fence
  7. The Rain
  8. Conversation
  9. Carry On
  10. Love Can


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