Nots

Un duro colpo alla tradizione musicale del Tennessee e di Memphis, quello delle Nots, che in soli 27 minuti ribaltano qualsiasi prospettiva sonora della loro terra d’origine grazie a un punk-rock talmente grezzo e schietto da sembrare quasi un capitolo smarrito dei tardi anni 70.

In verità “We Are Nots” giunge con quasi un anno e mezzo di ritardo sul mercato europeo e inglese, sollevando di nuovo il consenso della critica internazionale, che ha intravisto nelle loro vibranti e grintose miniature sonore le intuizioni dei primi Fall.
E’ una musica ricca di ritmiche insudiciate, synth torturati, chitarre taglienti e irregolari, linee di basso torve, pezzi di soul e altri derivati (perfino il jazz): elementi primari gettati nella mischia sonora senza alcuna cura o attenzione alla loro incolumità.
Monotonia e alta velocità scandiscono inesorabilmente i tempi ritmici, mentre fuzz guitar e scampoli elettronici fanno vibrare il lirismo essenziale delle loro canzoni, imbastite su una sequela incessante di riff potenti appena lacerati da un cantato ripetitivo e ossessivo.

Senza dubbio le Nots non aggiungono molto al fenomeno riot grrrl, forse anche il loro destino sarà quello di dileguarsi nell’anonimato dopo un esordio fulminante (vedi le Coathangers), ma “We Are Nots” vanta almeno un trittico di canzoni elettrizzante (“Talk Show”,“Insect Eyes” e “Reactor”) e qualche sparuto segnale evolutivo: due ragioni sufficienti per annotare il loro nome, nell’attesa di nuove incendiarie e bellicose creazioni sonore.

08/02/2016