Trevor Powers
alias Youth Lagoon ha catalizzato ampi consensi presso la stampa specializzata con i suoi primi due lavori,
"The Year Of Hibernation" e
"Wondrous Bughouse": fatta eccezione per poche stroncature, tra cui le nostre, il giovane
songwriter dell'Idaho sembra aver conquistato parecchi cuori con il suo
bedroom-pop.
"Savage Hills Ballroom" esordisce con il brillante connubio tra tasti del pianoforte ed elettronica dell'iniziale "Officer Telephone"; la voce di Powers lavora di cesello, delicata ma incisiva, spianando la strada al "singolo" "Highway Patrol Stun Gun", un piccolo gioiello in cui piano e archi dialogano con basi ambientali e tessiture pop d'autore. Sonorità che portano alla mente l'ultimo di Perfume Genius, e non è un caso, dato che dietro vi è la mano del
producer Ali Chant, già al lavoro su
"Too Bright".
Purtroppo non tutto l'album è all'altezza di questo ispirato acquerello: alcuni passaggi, sebbene puntellati da innesti pregevoli (i fiati di "The Knower"), mancano di mordente ("Rotten Human", "Again"), nonostante concettualmente questo sia senza dubbio il suo lavoro più "intimo".
Spogliata dell'alone
lo-fi dell'esordio e della componente psichedelica del secondo disco, la musica di questo giovane artista giunge all'ascoltatore nella sua forma più diretta e "cantautorale".
Belle le due parentesi strumentali (ambient-music sospesa tra neo-classico e droni) e l'emozionante
ballad "Kerry", che dimostra quanto possa essere ancora più efficace la voce di Powers quando non ricorre al falsetto.
Un ritorno dedicato soprattutto ai tanti estimatori di Youth Lagoon, per gli altri invece probabilmente ci sono ancora un po' troppi "spigoli" per poterlo apprezzare appieno.
29/10/2015