Coucou Selavy

Nequaquam Voodoo Wake

2016 (Autoprodotto)
teatro, dark-avantgarde

Coucou Sélavy è uno degli artisti - intendendo la parola a trecentosessanta gradi - meno noti ma al contempo stesso più importanti e originali della scena italiana degli ultimi anni. Il fatto che non sia stato ancora scoperto, né tantomeno compreso, è una grave mancanza che dovrebbe essere al più presto colmata. 

Coucou Selavy ha quella rara capacità di spingere a livelli estremi il suo strumento - in questo caso la voce - portandosi a limiti tali da rendersi davvero "alieno" alla propria contemporaneità. Cosa non nuova per tutti coloro che riescono a guardare molto avanti rispetto ai propri tempi. Perché per descrivere la sua musica si corre il rischio di scrivere un trattato di storia della musica occidentale, cosa da cui guardarsi bene. Ancor più complessa è la sua voce; non una semplice voce, ma mille voci in una, che racchiudono le più diverse esperienze vocali che partono da periodi storici persino antecedenti al Novecento. Attore, poeta, musicista, sperimentatore vocale, già autore di "Rien Ne Va Plus, Differita Giocar" (2011), "Cara o Che?" (2014) e di varie cover di brani tanto modificati da essere irronoscibili dall'originale, in modo parzialmente simile a quanto fatto dai Residents di "The Third Reich 'n Roll". 

Il mondo di Coucou Selavy è teatro, a volte cinema, avanguardie del Novecento sature di atmosfere ora gotiche ora barocche, libera sperimentazione, decadentismo e ironia che convivono, weird schizofrenico in perenne cambiamento ed evoluzione, alla ricerca continua di sé e dell'altro da sé. Le sue mille voci convivono come mai si era sentito prima; voci antiche, teatrali, recitate, classiche, liriche e allo stesso tempo molto più che moderne, pioneristiche. E sopratutto mai banali.

"Incipit" dà l'impressione di un'opera teatrale che inizia, di un sipario che si apre per dare l'abbrivio a un grande spettacolo, a metà tra teatro e cabaret. Si arriva alla splendida "Precipices", in constante bilico tra classicità e modernità; non solo mille voci in una, ma mille mondi in cinque minuti. Teatro e atmosfere decadenti ai massimi livelli, ma mai davvero dark nell'accezione che la musica rock ha dato al termine negli ultimi decenni.
In "L'Entropico Squallore" e "To The Center (Of The Earth, Of The Heart)" l'autore si mostra ancora dotato di una voce unica e straordinaria, capace di continui cambi di registro, lontana anni luce dai parametri che da troppi anni ci impone la tv mainstream.

Ancora oscurità in "Nequaquam" con la voce sofferta e quasi inumana di Coucou Selavy, stavolta accompagnata da poche note di chitarra e minimali loop di piano. "Orfeo, Banfi, Lino-lillà" è un delirante percorso in mondi new wave che ricordano i Joy Division di Closer con intermezzi teatrali che si disperdono nel vento elettronico finale.
La brevissima "All This World" inizia con andamento folk per poi trasformarsi in un originalissimo brano con voci classiche snaturate. Ancora voci (il plurale non è un caso) di livelli sublimi nei quarantacinque secondi di "Nada Rosso Sangre Alla Sera". Il finale "What Hides (Or Skyes)" è un collage psicotico dei mille mondi narrati da Coucou Selavy, che  qui nasconde la sua traccia fantasma, l'irriconoscibile "24.000 Baci", stravolta nel suo processo di violenta decostruzione.

"Nequaquam Voodoo Wake" mostra un autore a livelli altissimi di ispirazione e soprattutto di potenzalità. Davvero si ha difficoltà nel comprendere oggi quali saranno le possibilità future di Coucou Selavy se il destino e la fortuna gli permetteranno di mantenere una tale pulsione artistica.

20/03/2016

Tracklist

  1. Incipit
  2. Precipices
  3. L’Entropico Squallore
  4. To the Center (of the Earth, of the Hearth)
  5. Nequaquam
  6. Orfeo, Banfi Lino-lillà
  7. All this World
  8. Nada Rosso Sangre alla Sera
  9. What hides (or Skyes)


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