"Miniatures" è il suo primo album da solista ed è anche il suo primo traguardo artistico realmente compiuto e riuscito, soprattutto sotto il profilo stilistico-musicale. Organizzato unicamente per percussioni, sculture sonore (ad opera del suo illustre conterraneo Harry Bertoia, poi emigrato negli Usa, dove divenne celebre) e pianoforte, "Miniatures" è sostanzialmente un disco dallo spiccato fascino musicale, intriso com'è di puro misticismo spirituale. Non a caso, una delle composizioni è di Guillaume Dufay (grande artista pre-rinascimentale fiammingo), proprio a testimoniare il carattere ascetico di tutto l'album (che mette in evidenza anche l'influenza esercitata su Venier da altri grandi geni musicali di quel periodo, Palestrina e Lassus su tutti, unitamente alla filosofia mistica dell'armeno Georges Gurdjeff).
"Miniatures" è come diviso in due parti ben distinte, ma ben compenetrate tra loro. Da una parte ci sono rarefatti brani in cui gamelan e sculture sonore hanno la parte predominante ("Ritual", "Abstraction", "The Temple - War - Litanies") e dall'altra ci sono pezzi pianistici che sono la quintessenza degli indelebili stilemi Ecm del passato ("Tiziano's Painting", "Byzantine Icon", "Serenity", "Prayer").
Esulano da tutto il resto l'astrazione sonora di "Visible Spirit" e la martellante "Deep And Far", ma tutto il disco merita di essere ascoltato nella sua integrità. L'idea di base non è certo nuovissima, ma "Miniatures" è uno dei dischi più coinvolgenti e affascinanti usciti ultimamente nel mondo del jazz.
Aspettiamo per ora Venier a una riprova, che siamo sicuri sarà altrettanto valida. Per intanto, "Miniatures" uscirà ufficialmente sui mercati internazionali il 10 giugno 2016.
(27/05/2016)