È un ennesimo abbraccio ai loro fan, quest'ultimo disco de The Wedding Present, non solo perché è nato sulla piattaforma Pledgemusic, ma anche per il suo carattere intrinseco di mondo a sé stante, di nicchia in cui rinchiudersi, come se li si sentisse suonare in un furgoncino in movimento lungo un'autostrada sconosciuta. Venti tracce, ognuna con un video di accompagnamento contenuto nel Dvd accluso all'album, e - come spesso accade con la musica della band - la sensazione che alla fine sia lo stile che i quattro di Leeds incarnano ed esprimono a essere più rilevante della musica stessa. Quello stile che ha traghettato il pop-rock indipendente degli anni Ottanta ai Duemila.
A guardarlo bene, infatti, "Going, Going..." contiene una miscela di brani dal carattere prevedibilmente più eterogeneo rispetto al repertorio della band (il power-pop "asciugato" e velocizzato di "Two Bridges", l'indie-rock di "Broken Bow", la ballata "Emporia", il "jangle-punk" di "Ten Sleep"), dalla scrittura spesso prevedibile e priva di intuizioni (con qualche scarto evidente, come "Secretary"), che neanche la storica abilità d'arrangiamento ed esecuzione della band (soprattutto nelle "chiusure") sa nobilitare.
Anzi, è proprio questa, spesso, a mancare, con arrangiamenti a tratti imbarazzanti per pesantezza (le code grevi e "rock" di "Little Silver" e "Fordland", anche i finali "sparati" di "Bear" ed "Emporia" non se li meritano). Anche i tentativi più "nobili", come il chamber-rock strumentale "Sprague", o il miglior addio "post" di "Santa Monica", appaiono comunque piuttosto telefonati.
In mezzo a questo emerge una scrittura dal carattere piuttosto conciliante, che cozza con l'impostazione "dura" degli arrangiamenti, e che alla fine genera brani di indie-rock post-Duemila piuttosto interlocutori ("Rachel", la più convincente "Lead"), lasciando The Wedding Present al bivio tra identità storica e un rinnovamento che pare a volte un ringiovanimento un po' estemporaneo.
09/09/2016