Tortoise

The Catastrophist

2016 (Thrill Jockey) | post-rock

Si pone sui binari di una maggiore fruibilità il ritorno dopo sette anni di una delle band che due decenni fa formalizzò con autorevolezza i contenuti del concetto di post-rock: come suonare musica rock utilizzando strumenti e strutture non convenzionali.
“The Catastrophist” porta in dotazione la definitiva normalizzazione della formazione di Chicago, undici tracce avvolgenti e ben costruite, per quello che nelle intenzioni ambisce a divenire uno dei lavori di maggior successo commerciale dei Tortoise.

La semplificazione di architetture e suoni comporta però la perdita di mordente, lo percepiamo in maniera chiara già dall’accoppiata iniziale “”The Catastrophist”/“Ox Duke”, strumentali onesti ma che giungono all’ascoltatore come tappezzeria sonora priva della forza di assicurare il salto di qualità sperato.
Non va molto meglio né con gli escamotage electro della brevissima “Gopher Island”, un esperimento abortito troppo prematuramente, né con i landscape atmosferici da colonna sonora che caratterizzano “The Clearing Fills”.

Persino la traccia che aveva anticipato i giochi, “Gesceap”, gira per oltre sette minuti attorno a un’idea circolare, movimentandosi solo a tratti, così come il ricorso a una cover (“Rock On”, vecchio successo di David Essex qui cantato dal frontman degli U.S. Maple) pare tanto inutile quanto evitabile.
Va un pochino meglio nella seconda metà del disco, dove risultati più brillanti giungono con l’innocuo ma stiloso funkettino lounge “Hot Coffee”, e con le conclusive “Tesseract” e “At Odds With Logic”, le quali assicurano un’occhiata furbetta a ciò che potrebbe “piacere” dalle parti del mondo indie contemporaneo, riservando però poche emozioni e idee tutt’altro che avanguardistiche.

Gli unici momenti nei quali si può gridare a una mezza specie di miracolo risiedono nelle spirali psych-jazzy della sontuosa “Shake Hands With Danger”, e nel ricorso al necessario intervento esterno di Georgia Hubley, brava a rendere di buon livello (e molto Yo La Tengo) la notturna “Yonder Blue”, che altrimenti sarebbe rimasta uno strumentale poco più che anonimo.
Questo e pochissimo altro è “The Catastrophist”: un dischetto curato, pulitino, rassicurante, egregiamente suonato, ma poco incisivo, del quale (ahimè) temo ci dimenticheremo molto presto, e che ci farà valorizzare ancor di più la produzione passata dei Tortoise.

(24/01/2016)

  • Tracklist
  1. The Catastrophist
  2. Ox Duke
  3. Rock On
  4. Gopher Island
  5. Shake Hands With Danger
  6. The Clearing Fills
  7. Gesceap
  8. Hot Coffee
  9. Yonder Blue
  10. Tesseract
  11. At Odds With Logic
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