“Le ragazze fanno grandi sogni” cantava Edoardo Bennato, ed era un sogno che si realizzava quello della giovane Allison Crutchfield quando, appena quindicenne, esordiva con i The Ackleys, una band grunge-pop in perfetto stile Breeders.
Dopo due album, Allison (batteria/voce) e la sorella Katie (chitarra/voce) decisero di proseguire in duo con una nuova formazione, i P.S. Eliot, che durò un paio di stagioni discografiche prima di una breve pausa.
Nuova linfa vitale giunse dalla relazione di Allison con Kyle Gilbride, una tumultuosa storia d’amore che diede vita a ben due band, prima i Bad Banana e poi gli Swearin, quest’ultima formazione spesso in tour con Katie e il suo progetto solista Waxahatchee.
Il rapporto tra le due sorelle si riconsolidò dopo il successo di Katie con l’album “Ivy Tripp”, pubblicato dalla Merge Records, ed è durante questo periodo che Allison cominciò a scrivere quello che diventerà il suo primo album da solista.
“Tourist In This Town” più che un esordio in senso stretto è il primo progetto discografico dove i riflettori sono tutti puntati sulla figura della ventiseienne dell’Alabama, un coming out emotivo maturo e consapevole.
Registrato in una sola settimana in quel di Filadelfia, l’album non rinuncia alle prerogative grunge degli esordi, pur mettendo in mostra una maggior cura nella produzione.
Le inclinazioni pop sono adagiate su un muro del suono alla Phil Spector (“Expatriate”), terreno non sempre fertile per le qualità vocali di Allison, il cui timbro, a metà strada tra la giovane Cyndi Lauper e Shania Twain, risulta a volte scostante.
La forza dei testi e una discreta scrittura garantisce a “Tourist In This Town” il fascino necessario per passare indenne tra le maglie della mediocrità, anche grazie a due piccole oasi liriche, ovvero la romantica “Charlie” e l’intesa ballata pianistica “Sightseeing”, vera punta di diamante dell’album.
L’uso eccesivo dei synth a volte disorienta (“Mile Away”, “Secret Lives And Deaths”) ma spesso regala inattese nuance a semplici e piacevoli pop-song, è il caso di “Dean’s Room”, una potente mistura ritmico-sintetica di Cure e Bruce Springsteen (era “Tunnel Of Love”), e del divertente synth-beat anni 60 di “I Don’t Ever Wanna Leave California”.
Spesso volutamente grezzo, l’esordio di Allison Crutchfield convince per l’abilità dell’autrice di gestire differenti stati emotivi e creativi (come nella malinconica e quasi epica "Chopsticks On Pots And Pans"), senza indugiare in quell’autocompiacimento tipico delle cantautrici solitarie e tormentate che infestano la discografia contemporanea. “Tourist In This Town” è una dichiarazione d’autonomia che, seppur non priva di difetti, ispira simpatia e ammirazione.
11/02/2017