"Love In The 4th Dimension" rappresenta una sorta di greatest hits di tutto ciò che le Big Moon hanno saputo realizzare nei primi due anni di vita: un'invidiabile sfilza di singoloni che rinnovano la miglior tradizione indie-pop/alt-rock inglese, con un occhio attentamente rivolto agli anni 90 di Breeders e Belly.
Band tutta al femminile, e i malevoli potranno leggerla come apparecchiata a tavolino, di sicuro ben congegnata per attirare l'attenzione, con la giovane Juliette Jackson a vestire i panni della frontwoman, chitarra a tracolla e microfono aperto, spigliato atteggiamento garage e riuscito mix di belle melodie e deviazioni post-grunge.
Un compendio succulento, a partire da quella "Sucker" che nell'estate del 2015 sancì l'esordio ufficiale delle Big Moon, e da lì è possibile riascoltare in sequenza i singoli disseminati finora, dalle più intimiste (ma cammin facendo prendono giri) "Cupid" e "Formidable" all'energica "Silent Movies Susie", fino all'avvolgente "The Road" che apriva l'omonimo Ep del 2016.
Fra ritornelli killer, coretti appiccicosi, melodie cullanti spesso intrise di malinconia ("Zeds") e vitaminico guitar-rock venato di teen spirit ("Pull The Other One"), le quattro musiciste rinnovano l'atmosfera delle college radio di vent'anni fa puntando su strutture rotonde e orecchiabili ("Happy New Year", "Bonfire"), con il risultato (voluto) di apparire come una versione edulcorata delle Savages: toste senza voler essere troppo barricadere.
In commercio c'è un'edizione con quattro bonus track che si aggiungono alle undici di base, fornendo un quadro ancor più completo sulle quattro signorine: vanno segnalate almeno la sana elettricità di "Eureka Moment" e le minimaliste atmosfere d'antan racchiuse nella conclusiva "Something Beautiful", perfette per chiudere il cerchio.
(19/05/2017)