Timber Timbre

Sincerely, Future Pollution

2017 (City Slang)
dark art-pop, synthwriter

Sicuramente è tempo di concept politici, volontari o involontari che siano: tanto che l'"inquinamento futuro", pochi anni fa spauracchio globale, ora pare quasi un amico vero al confronto con le pazzie di questi ultimi tempi. La musica di "Sincerely, Future Pollution" esiste in funzione di questo (speriamo) temporaneo stato esistenziale, ne assorbe in modo isterico e preoccupato le ansie, rifrangendole in una miriade di tic, che s'accalcano sulle canzoni di Taylor Kirk, che sembrano agitarsi e confondersi, come bestie in trappola.

Dal punto di vista stilistico, la stessa City Slang tratteggia la traiettoria perfettamente lineare dei Timber Timbre attraverso i decenni della storia della musica, la quale li conduce ora a stimolare un'ombrosa corrente sintetica, che si svolge in macabre pulsazioni e finte anestesie lounge ("Western Questions"). Come uno Stan Ridgway autistico, invischiato nella trama de "Il pasto nudo", Taylor Kirk comunica in "Sincerely, Future Pollution" uno stato di totale smarrimento, in un vero incubo paranoico alla Philip Dick: la title track arriva per accogliere una vera, bofonchiante agnizione Walker-iana, con un ossessivo refrain tappezzato d'organo.

Come in un ideale reboot di "Twin Peaks", ai momenti di acuto orrore fanno eco momenti di spiritata, inerte contentezza, come nell'iniziale Cohen funk di "Velvet Gloves & Spit", ma alla fine quello che resta di "Sincerely, Future Pollution" è l'incapacità di trovare soluzione, dando luogo a un lavoro decisamente involuto e smozzicato come le interpretazioni vocali di Kirk.

21/04/2017

Tracklist

  1. Velvet Gloves & Spit
  2. Grifting
  3. Skin Tone
  4. Moment
  5. Sewer Blues
  6. Western Questions
  7. Sincerely, Future Pollution
  8. Bleu Nuit
  9. Floating Cathedral

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