Aveva solo quattordici anni, Charles Bradley, quando per la prima volta vide James Brown esibirsi all’Apollo Theater: una folgorazione che ha segnò il destino del musicista, per anni esibitosi riproponendo il repertorio del re del funk-soul.
Fu proprio durante una di queste performance (Charles si esibiva come Black Velvet) che Gabriel Roth della Daptone Records lo convinse ad affidarsi alle sapienti mani del produttore e autore Thomas Brenneck.
Un trittico discografico di tutto rispetto ha reso finalmente giustizia al talento di Charles Bradley, prima che un cancro allo stomaco stroncasse la sua vita e la sua carriera nel settembre del 2017.
“Black Velvet” è una raccolta di pezzi registrati durante le session dei tre album, un progetto che soffre della frammentarietà del repertorio e della non eccelsa qualità finale di molti arrangiamenti, un documento comunque interessante che sottolinea il talento del cantante americano.
Un'edizione limitata in velluto nero tradisce ancor di più l’intento celebrativo di “Black Velvet”, ma per fortuna l’album offre molte tracce interessanti che meritavano di essere pubblicate: il delizioso funky di “Can't Fight The Feeling”, la sensuale ballata “I Feel A Change” e il curioso pop di “Fly Little Girl”.
Molte cover version arricchiscono il progetto, partendo dall’ottima versione di “Slip Away” di Rodriguez, passando per la non del tutto riuscita “Heart Of Gold” di Neil Young, per poi arrivare alla più originale e interessante “Stay Away” dei Nirvana che Bradley trasforma in un brano funk-rock degno del miglior James Brown.
Completano l’album un brano pubblicato su singolo per il Record Store Day del 2014 (“(I Hope You Find) The Good Life”), il duetto registrato con LaRose Jackson (“Luv Jones”) e una diversa versione del brano che intitolava il secondo album (“Victim Of Love”) con la chitarra elettrica al posto dell’acustica.
“Black Velvet” è in definitiva un interessante compendio per i fan. Nulla di trascendentale o irrinunciabile, e forse Charles Bradley non sarà ricordato come uno dei più importanti soul-singer della storia del rock, ma in quanto a sincerità e potenza espressiva aveva molto da insegnare anche ad artisti più noti e famosi. Questo album è un atto d’amore per un musicista che aveva fatto dell’amore per la musica la sua unica ragione di vita.
Grazie Charles.
12/12/2018