Snow Patrol

Wildness

2018 (Polydor)
alt-pop

C'eravamo quasi dimenticati degli Snow Patrol. Dopo "Fallen Empires" del 2011, il segnale si è affievolito fino a sparire dai radar. Il secondo trascurabile disco del supergruppo Tired Pony "The Ghost Of The Mountain", le gesta dei Little Matador (progetto parallelo del chitarrista Nathan Connolly) e le collaborazioni dell'altro chitarrista Johnny McDaid rimangono lampi sparsi in sette anni di silenzio discografico, per la gioia degli ancora numerosi - a parere di chi scrive immotivati - haters. Sette anni difficili in cui il leader Gary Lightbody ha combattuto contro il blocco dello scrittore, la depressione, l'abuso di alcol e droghe e l'Alzheimer del padre.
Ritrovata la sobrietà, Gary è tornato sui binari anche a livello artistico: prima lavorando con Ed Sheeran e Taylor Swift, successivamente ricongiungendosi con il resto degli Snow Patrol per creare materiale inedito. Ad archiviare il difficile periodo ci ha pensato il loro storico produttore Jacknife Lee. Come? "Obbligando" Lightbody ad ascoltare "Skeleton Tree" di Nick Cave. Ecco così il nuovo "Wildness": selvaggio non nell'ottica naturale o animale, ma semmai riferito a emozioni e passioni primitive tra esseri umani, alle connessioni viscerali, stando alle dichiarazioni del cantante.

Non lascia indifferenti la scelta del primo singolo "Don't Give In" ("non arrenderti"). Brano solenne e trascinante, ancora più forte se ascoltato dopo la tragica dipartita di Scott Hutchison, frontman dei Frightened Rabbit. A differenza del collega scozzese, Lightbody è riuscito a uscirne e cantare l'esperienza sia in "Don't Give In" sia in gran parte di "Wildness". Il nuovo lavoro degli Snow Patrol risente del delicato trascorso, eppure colpisce la lucidità con cui il leader si muove tra le esperienze profonde presenti nei dieci brani dell'opera. Se "Don't Give In" è un'anteprima da brividi, non è da meno la traccia iniziale del disco: "Life On Earth". Su tremolanti sussurri e una chitarra acustica, la voce di Lightbody si scuote nel ritornello confessandoci che:

This is not love you had before
This is something else
This is not the same as other days
This is something else
Nonostante le drammatiche vicende personali, "Wildness" non è un torvo e impenetrabile magma oscuro come "Skeleton Tree": anzi, la stupenda copertina comunica fin da subito un senso di sollievo, di liberazione. Lightbody torna intenso e spesso sfocia nel melodrammatico, senza risultare retorico o peggio ancora patetico. L'indie-rock degli esordi è alle spalle, come è accantonato l'approccio elettronico di "Fallen Empires": gli Snow Patrol, però, sono ancora una pop band eccellente. La prova è nelle trascinanti "Heal Me" ed "Empress", mentre il synth iniziale di "A Dark Switch" è un gradito richiamo ai passaggi più sbarazzini di "Songs For Polar Bear" e "When It's All Over We Still Have to Clear Up". Come dicevamo, il cantante in alcuni momenti si prende tutti i riflettori per i picchi più intensi di "Wildness": in "What If This All The Love You Ever Get?" torna agli struggimenti di cuore che hanno dato fama planetaria al gruppo, ma soprattutto commuove con la brutale sincerità di "Soon" (dal video altrettanto struggente), in cui racconta il decorso del padre malato di Alzheimer.

"Wild Horses" è la scossa prima del grande - e coerente - finale "Life And Death".
Everything is suddenly alive
All these situations
Panic into such sweet calm
I will turn the light on
I will turn the light on everywhere
And I watch you lift your head up
Higher than it was before
Dopo sette anni pieni di tante ombre e poche luci, gli Snow Patrol tornano in scena nel pieno possesso della loro maturità e talento, con un disco bello e intenso, ricordandoci cosa significa fare grande musica pop.

12/06/2018

Tracklist

  1. Life on Earth
  2. Don't Give In
  3. Heal Me
  4. Empress
  5. A Dark Switch
  6. What If This Is All the Love You Ever Get?
  7. A Youth Written in Fire
  8. Soon
  9. Wild Horses
  10. Life and Death


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