Frightened Rabbit

Pedestrian Verse

2013 (Atlantic)
anthemic pop-rock

Va detto subito, a scanso di equivoci: nel loro genere, i Frightened Rabbit sono i migliori. Va detto anche, con un certo imbarazzo, che la band scozzese è rimasta tra le poche a tenere alta la bandiera del rock indipendente, perseguendo ancora il suo ideale, fatto di un’onestà enfatica e della ricerca di anthem elaborati e profondamente popolari allo stesso tempo.
Con Arcade Fire e National ormai assurti allo status di “patrimonio nazionale”, i Frightened Rabbit si trovano nel limbo della “generazione di mezzo” che certo non li avvantaggia nella ricerca di un pubblico di riferimento, che rimane ormai quello nostalgico di un certo tipo di rock indipendente, ormai decaduto.

Si parla qui del pop-rock gonfio e tonitruante dei Frightened Rabbit, una specie di folk-rock reminiscente, nel sound e nelle soluzioni (le chitarre che paiono fatte di post-punk anabolizzato, un insistito percussionismo, ansiogeno e rotondo), delle vecchie fiere dell’indie-rock britannico (Maximo Park, Maccabees; “Holy”, ad esempio).
“Pedestrian Verse” non si può definire sgradevole – anche se il carico sonoro ed emotivo, dopo un po’, diventa ingombrante – con questi ritornelli grandi e grossi, urlati a squarciagola nel vento e nella neve (l’alt-country di “Late March, Death March”); ma al disco manca l’effetto di trascinamento delle grandi canzoni, che servirebbero a sfruttare le meglio le bordate di pathos che Scott Hutchison e soci scagliano senza sosta sull’ascoltatore.

Il risultato è una cacofonia di strumenti, vocalizzi, uno spettacolo barocco che non sa smettere di stupire per timore che si intraveda la sostanza, povera, del suo interno. Finisce per essere - e lasciare - col fiato corto.

01/02/2013

Tracklist

  1. Acts Of Man
  2. Backyard Skulls
  3. Holy
  4. The Woodpile
  5. Late March, Death March
  6. December's Traditions
  7. Housing (In)
  8. Dead Now
  9. State Hospital
  10. Nitrous Gas
  11. Housing (Out)
  12. Oil Slick


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