A quasi tre anni dal loro ultimo disco, "Quicken The Heart", i Maxïmo Park di Newcastle - uno dei vessilli del movimento revival new wave dei 2000 - ci riprovano ancora una volta con "The National Health".
Nonostante un'introduzione di piano e archi quasi esistenzialista, "When I Was Wild", i techno-rock passatisti non intrigano minimamente, e anzi debordano nel solito tran-tran nu-wave: "Write This Down", "Hips And Lips", "Banlieue", tutti rifiniti nella produzione ma triviali nella composizione.
Già meglio i numeri di placido pop, come "Reluctant Love", con qualche grandeur di tastiere nel finale, "The Undercurrents", nella loro migliore vena scampanellante, "This Is What Becomes Of The Brokenhearted", una trenodia emotiva alla Manic Street Preachers, di nuovo con il piano - forse la migliore. Queste canzoni spiccano e salvano loro la faccia. Un gradino sotto sta "Wolf Among Men", in cui il synth aereo ripete il motivo come in un rosario, alla "Love Will Tear Us Apart" dei Joy Division, un party-pop almeno un po' appiccicoso. Dopo un refrain amabile di piano ("Take Me Home"), per non farsi mancare niente la band inanella anche un'elegia acustica come "Unfamiliar Places".
Post-punk al giulebbe per nuovi hipster dal ruolo poco chiaro: da una parte esercizi nuovi (la lezione retronuevo dei Pains Of Being Pure At Heart?) o reinventati (l'olografia degli Smiths) dall'altra impotenti episodi muscolari. Di fatto è un loffio concept politico, come lo reciterebbe Miss Universo, ma - è ovvio - importa di più notare verve e accelerazione, rimembranze del periodo d'oro, e un trasporto che appartiene alle sfumature crepuscolari di Paul Smith (a un paio d'anni dal suo solista "Margins"; V2, 2010). Band rivitalizzata, a metà. Primo disco non prodotto dalla Warp.
24/06/2012