È folle, bislacco e balordo, l’amore cantato da Simone Salvatori. Un sentimento totalizzante ma fugace, come una notte di passione che svanisce alle prime luci dell’alba. Un "Amour Braque", per l'appunto; come il titolo di un film di Andrzej Żuławski. Perché nella musica di Spiritual Front c’è sempre spazio per un immaginario cinematografico che parte dal neorealismo italiano per poi irradiarsi verso le opere più controverse di registi come Rainer Werner Fassbinder, Derek Jarman o João Rodrigues. L’attesa questa volta è stata più estenuante del solito, ma ne è valsa la pena: la lunga gestazione del nuovo disco segna anche il passaggio alla tedesca Prophecy, label storica per quanto concerne le derive più oscure e sperimentali del metal (con gli Alcest da anni a fare da motore). Dopo l’emozionante esperienza pianistica di “Black Hearts In Black Suits” e lo split-album con Lydia Lunch e Cypress Grove, Spiritual Front (di fatto una band, ma solidamente in mano al suo creatore) torna con un disco che sintetizza al meglio quanto espresso dal memorabile “Armageddon Gigolò” e dal successivo - e oggettivamente meno ispirato - “Rotten Roma Casino”.
Un sincretismo che riunisce definitivamente l’anima suicide-pop nichilista con quella più intellettuale e folkeggiante del progetto, un dualismo che ritroviamo immediatamente (anche nel titolo) in “Tenderness Through Violence”, un brano diretto e immediato già assaporato di recente in sede live. Così come “Children Of The Black Light” (che dal vivo si innalza in tutta la sua marzialità), un episodio decadente che incanta per la sua delicata quanto inquietante cupezza.
La peculiarità di Spiritual Front rimane comunque legata all’impronta rock del prodotto, un marchio riconducibile alla tradizione musicale latina che comunque non dimentica mai le sue radici neofolk. Il taglio popolare e scanzonato di “Disaffection” non deve però trarre in inganno, “Amour Braque” spesso predilige le tenebre alla luce e la conferma giunge puntuale con “The Abyss Of Heaven”, il punto più alto dell’album: un brano epico, morriconiano, da western crepuscolare, probabilmente una delle song più intense mai scritte da Simone Salvatori (qui supportato da artisti del calibro di Matt Howden e King Dude).
Da rimarcare anche la solenne ballata “Devoted To You” (con quel mood vagamente anni Sessanta) e la già edita (in picture disc 12”) “Vladimir Central”, una sorta di dichiarazione d’amore per l’enorme fan-base russa di Simone, per giunta da sempre affascinato da una certa iconografia di (ex) sovietica provenienza.
In “Amor Braque” convergono le più disparate influenze artistiche, dalla copertina realizzata da Saturno Buttò fino ad alcune derive concettuali catturate dalle opere di Edward Carpenter, poeta e scrittore inglese considerato uno dei primi attivisti del movimento di liberazione omosessuale Uranismo e sperma. “Amour Braque” segna quindi un ritorno su alti livelli per Spiritual Front, capace di fondere un background molto ampio senza mai cadere in confusione.
La passione scorre come un torrente in piena tra le canzoni del disco, un calore che seduce e (giustamente) abbandona, perché la musica di Simone Salvatori è un impero dei sensi da riconquistare una volta terminato l’ascolto. Un rapporto carnale nei bassifondi di un porto (ecco che ritorna Fassbinder e il suo “Querelle”) che sconvolge e vivifica, tra suoni e arrangiamenti che confermano la classe di un nome tra i più eleganti del panorama indipendente italiano.
09/03/2018