Beth Gibbons, Polish National Radio SO, K. Penderecki

Henryk Gorecki: Symphony No. 3

2019 (Domino)
modern classical

Tanto più mirabile è un’opera umana quanto si rafforza il desiderio di replicarla, di abbeverarsi ad essa, condividerne la linfa e così facendo, idealmente, ottenere la stessa somma ispirazione che l’ha prodotta. Per questo motivo le arti non cessano di confrontarsi con i giganti del passato, in certi casi assecondando un sottile gusto per il sacrilegio, forse affinché l’inamovibile vetta dalla quale ci scrutano vacilli impercettibilmente e il confronto ci sembri meno impietoso.

Di fronte a quella che è probabilmente la sinfonia più celebre del secondo Novecento il timore reverenziale è duplice: la straziante e sublime "Terza"’ del polacco Henryk Górecki, benché radicata nella tradizione e nel dolore della guerra nell’Europa dell’Est, rappresenta una delle musiche più vicine all’universalità del sentire umano; ma oltre la partitura scritta, ogni nuova esecuzione non può in alcun modo eludere il paragone con il long-seller edito nel 1992 da Elektra Nonesuch, una storica registrazione dal vivo interpretata dalla London Sinfonietta con la soprano statunitense Dawn Upshaw – un irripetibile trionfo sul quale, prima o dopo, si dovrà debitamente approfondire in altra sede.

La persistente influenza di questo capolavoro orchestrale si era recentemente proposta in una rivisitazione a firma del virtuoso sassofonista Colin Stetson (“Sorrow”), che ha voluto arricchire le note di Górecki con una posticcia strumentazione post-rock, così tentando invano di amplificare l’epicità di una composizione che non richiede e, anzi, rifugge qualsiasi ulteriore orpello.
Ma in anticipo su quest’ultima, il 29 novembre 2014, si era già tenuta al Grande Teatro dell’Opera Nazionale di Varsavia una performance altrettanto singolare, benché decisamente più “istituzionale”: assieme alla conduzione del maestro Krysztof Penderecki, decano dell’avanguardia del ventesimo secolo, l’elemento di eccezionalità è stata la presenza della cantante Beth Gibbons, il cui timbro è simbolo inequivocabile del trip-hop e della meteora intermittente Portishead.

Oggi edita da Domino, l’incisione garantisce senz’altro una direzione filologicamente corretta dal lato strumentale, sebbene i puristi non mancheranno di trovare ragioni per criticare la pur notevole prova in lingua polacca della vocalist, che proprio nella studiata fragilità dei toni – quasi mai incerti e con piena aderenza alla sofferta vena di Górecki – trova la sua forza e distinzione, tutt’altro che riservata al compiacimento dei soli fan. Ne sia l’esempio principe l’acuto che ricorrerebbe a metà del secondo movimento, che Gibbons avrebbe forse potuto raggiungere anche senza una preparazione accademica, cui subentra invece il più esile e mansueto lamento rivolto alla Vergine.

Mamo, nie płacz, nie.
Niebios Przeczysta Królowo.
Ty zawsze wspieraj mnie.
Zdrowaś Mario.

(Madre, no, non gridare.
Purissima Regina del cielo.
Stammi sempre accanto.
Ave Maria.)

Il pragmatismo del connazionale Penderecki, radicalmente postmodernista ma anche assai devoto alla fede cattolica, trova rispondenza in una sala da concerto quasi esente da risonanze, tale per cui gli archi della Polish National Radio Symphony Orchestra vibrano con assoluta nitidezza, dall’unisono dei contrabbassi nel climax iniziale al supremo raggio di luce del "Cantabile-semplice", inno di morte e implicita risurrezione (“E voi piccoli fiori, creati da Dio/ sbocciate tutt'intorno alla sua tomba/ in modo che mio figlio/ possa riposare in pace”).

Nasce così una valida e riconoscibile controparte al diafano splendore dell’esecuzione di riferimento, che avrà il pregio supplementare di allargare l’apprezzamento della “Symphony Of Sorrowful Songs” all’attuale target dell’ondata neoclassica, oggi rappresentata anche da label di prestigio come Deutsche Grammophon, Mercury e la stessa lungimirante Nonesuch. Pressoché digiuna di queste rinnovate tendenze, Domino si è comunque assicurata una pubblicazione di cui anche le generazioni del terzo millennio potranno (se vorranno) ricordarsi con affetto e commossa meraviglia.

Traduzioni dal polacco di Ferdinando Albeggiani, copyright © 2007

01/04/2019

Tracklist

  1. I. Lento—Sostenuto tranquillo ma cantabile
  2. II. Lento e largo—Tranquillissimo
  3. III. Lento—Cantabile-semplice