Chihei Hatakeyama

Forgotten Hill

2019 (Room40) | ambient

Gli artisti più sensibili non sembrano essere in grado di scindere la propria espressione dalle esperienze di vita: e per quanto differenti, durevoli o effimere siano, nella loro seconda forma esse conservano la stessa radice profonda, un tratto intrinseco che le accomuna e le rende parte di un unico grande racconto.
Così è la produzione del veterano giapponese Chihei Hatakeyama, coerente nella sua ispirazione ambient “eremitica” che si immerge nei grandi spazi aperti del mondo reale per interiorizzarli e restituirli all’ascolto con la memoria del cuore.

Tuttora estremamente prolifico, Hatakeyama non manca di far ritorno presso la Room40 di Lawrence English, pubblicando due anni dopo “Mirage” un altro sognante soundscape in nove parti. “Forgotten Hill” prende le mosse da un viaggio nella regione di Asuka, ove è situato il kofun Ishibutai, enorme monumento tombale di pietra curiosamente eretto in superficie. All’ombra di questa sorta di Stonehenge del Sol Levante, il compositore è stato pervaso dal senso di distacco epocale tra il momento presente e un immemorabile passato, a riguardo del quale le nude rocce non offrono alcuna spiegazione.

Anche in questa occasione, dunque, a Hatakeyama non resta che colmare i vuoti del visibile, sfrondandone i dettagli e dipingendo a larghe campiture l’impressione riverberata dal terreno sacrale visitato. Seppure nel processo d’astrazione non venga mai meno lo sguardo pacificato di Harold Budd e dei colleghi di casa 12k come Taylor Deupree e Federico Durand, il comprimario giapponese mantiene la capacità di calarsi nell’attimo presente e plasmarlo in dense accumulazioni atmosferiche di tastiere e chitarre ultra-riverberate, dalle cui spire sembrano a tratti echeggiare profondi cori atavici (“Falling Star”) o limpidi richiami di sirene (title track, “The Big Stone Tomb”).

Lo stesso Hatakeyama afferma che si tratta di un’opera “sul tempo, sul perdere la direzione nel tempo e sul chiedersi dove esattamente il passato, il presente e il futuro potrebbero incontrarsi e in quali circostanze ciò potrebbe accadere”. E per l’appunto, anche in “Forgotten Hill” si rinnova il paradossale prodigio col quale l’artista condensa nello spazio di pochi minuti un tempo “eternato”, irrelato alla propria usuale consequenzialità e capace di manifestarsi, come un quadro a olio, in una singola visione onnicomprensiva. È anche grazie a figure come Chihei Hatakeyama che oggi la si definisce, quantomai giustamente, sound art.

(23/09/2019)

  • Tracklist
  1. Forgotten Hill
  2. Cherry Blossom Petals Fall Like Heavy Snow
  3. Falling Star
  4. Sleeping Queen
  5. The Constellation Space
  6. Staring At The Mountain
  7. Buddha Statue Without Roof
  8. The Big Stone Tomb
  9. Fugitive From Wisteria Filed
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