Non è il secolo dell’utopia il nostro, almeno se utopia significa passare dalla propria cameretta alla menzione di “Up Next” su Apple Music (non molto tempo fa assegnata a Billie Eilish); Clairo – pseudonimo di Claire Cottrill, classe 1998 – ne è la prova vivente e con la sua opera prima, “Immunity”, cugina più o meno diretta dei fortunati “Lush” (Snail Mail) e “Clean” (Soccer Mommy), si tuffa definitivamente nel panorama della musica internazionale e – seppure nel mare magnum dei progetti femminili lo-fi che di settimana in settimana traboccano di uscite più o meno valide – non sfigura, anzi emerge.
Clairo, a differenza delle sue colleghe di genere, ha in qualche modo un passato da star. “Pretty Girl” – nient’altro che un gioco di una teenager americana - conta ad oggi 40 milioni di visualizzazioni su YouTube, un numero già di per sé mastodontico, ma che soprende ancora di più se associato al fatto che il video non ritrae alcun piccolo felino o alcuna rovinosa caduta, ma una ragazzina che canta nella sua camera da letto. Più che un trampolino, quindi, “Pretty Girl” si è rivelato una vera e propria rampa di lancio. Dov’è che porti questo primo volo, ovviamente, rimane patrimonio dell’imprevedibile. Al momento basta la sola (e neanche così scomoda) possibilità di dimenticare la statistica e concentrarsi sulla musica, quella di “Immunity” appunto, opera lo-fi nell’anima, ma rivestita di varie stoffe di molteplice fattura.
“Impossible”, ad esempio, ondeggia tra il cantato di Casablancas e il neoclassicismo dei Vampire Weekend (con tanto di cori e fraseggi di simil-clavicembalo), mentre altri echi degli Strokes si insinuano nelle chitarre della delicata “Sofia”. Che ci sia Rostam Batmanglij dietro la produzione del disco, dunque, non sorprenderà neppure l’ascoltatore più distratto, lo stesso che rimarrà difficilmente indifferente dinnanzi all’acume melodico di Clairo, soprattutto se fruitore del genere e ancor di più se sarà passato per l'ascolto del dittico centrale del disco: “Bags” e “Softly”. Se la prima si candida - senza rivale alcuna - a canzone dell’album (arguto il riferimento a “Call Me By Your Name” per disvelare l'amore omosessuale dell’artista), la seconda miscela con risultati più che piacevoli Alicia Keys e un impianto chitarristico degno del primissimo John Mayer.
Il segreto della sorprendente longevità di “Immunity” sta proprio nella sua (neanche troppo) velata trasversalità. Ove altri esponenti del genere tendono ad appiattirsi, Clairo varia, dissimulando un animo cantautorale e manifestandolo su bozzetti di storie che finiscono (“Sofia”) e di altre che si vorrebbe iniziassero all’istante (“Bags”).
La giovane Cottril trova nell’equilibrio precario tra R&B e soft-rock il suo baricentro basso, un escamotage esistenziale per rimanere in piedi in un modo o nell’altro. “Immunity” racconta anche questo ed è una frugale e indiscreta sbirciata tra le pagine colorate di un diario post-adolescenziale che potete pensare di concedervi.
11/10/2019