Con un battito d’ali Rhiannon Giddens e Francesco Turrisi attraversano impavidi culture millenarie, rivoltando come un guanto il patrimonio della musica popolare.
Un altro deciso passo in quell’excursus antropologico che mira a sancire un legame tra la world music e la musica classica. Per Rhiannon Giddens “There Is No Other” rappresenta un punto fermo di un percorso artistico che è stato caratterizzato da una nomination per i Grammy, collaborazioni importanti con Jack White, Alabama Shakes, Kronos Quartet, il geniale progetto Our Native Daughters e la colonna sonora del balletto Lucy Negro Redux. Per il talentuoso musicista italiano è l’ennesima occasione per mettere alla prova l’enorme versatilità tecnica e stilistica, tra jazz, etnica, blues e altre forme che si alternano senza barriere creative.
Al centro di “There Is No Other” c’è la natura nomade dell’umanità. I due musicisti mettono insieme dettagli armonici, luoghi apparentemente lontani, storie in bilico tra mistero e realtà, plasmando un florilegio musicale, che della contaminazione culturale fa regola vitale e non eccentrica eccezione.
Nel tentativo di dare un senso al termine folk, Rhiannon Giddens e Francesco Turrisi scavano nelle profondità dell’anima, disegnando una linea immaginaria dove Africa, Europa, mondo arabo e America diventano un'unica patria. Senza alcuna retorica o enfasi ideologica disegnano un percorso multilinguistico, evidenziando strane sinergie tra strumenti e arie armoniche, frutto dello scambio e dell’interazione tra popoli diversi, partendo dall’influenza del mondo arabo e africano sulla musica europea, e mediterranea in particolare, per poi sottolineare gli influssi sul patrimonio americano.
Il termine “altro” inserito nel titolo dell’album è un messaggio sociale e politico forte, più di qualsiasi proclama ideologico. “Non c’è altro” è un’affermazione che trancia nettamente in due qualsiasi ideologia razzista o separatista, la naturale interdipendenza tra i popoli è un dato ineluttabile, vitale.
Basterebbero solo queste premesse per ratificare l’enorme valore culturale di “There Is No Other”, ma quello che lascia stupiti è la forza espressiva dell’insieme, un flusso di tradizioni diverse che i due artisti sottolineano con costante condivisione emotiva.
Sono quattro inediti e otto brani pescati dalla tradizione folk o da autori ad essa connessa, registrati in solo cinque giorni di registrazione, infine sottoposti a un leggero lavoro di editing produttivo (l’ottimo Joe Henry), per un minimal folk tecnicamente impeccabile e erudito, ciò nonostante avulso da qualsiasi impronta accademica.
L’estrapolazione della radici, attuata con la sapiente complicità del siciliano Francesco Turrisi, è non solo potente, ma per molti versi inedita.
Stimola e incuriosisce il recupero di un brano della pioniera del bluegrass Ola Belle Reed, “Going Write Me A Letter” (riportato nelle note con il titolo semplificato in “Letter”), qui restituito con recondite e dunque svelate venature arab-blues, ed è travolgente il mix di atmosfere folk appalachiane e mediterranee della strumentale title track, altresì apprezzabile l’agilità vocale con la quale la Giddens affronta le difficoltà tecniche della nostrana “Pizzica di San Vito”, o la verve strumentale che anima la lettura di una composizione di Hermeto Pascoal, “Briggs' Forró .
Ben diverso l’approccio dei due musicisti per la famosa ballata folk inglese “Wayfaring Stranger” (ben nota nelle versioni di Johnny Cash, Joan Baez, Tim Buckley ed Emmylou Harris), o per la struggente e rivoluzionaria poetica di “Brown Baby”: le tonalità sono essenziali, molto rispettose degli originali e oltremodo suggestive.
Fa storia a sé la solenne e drammatica “Black Swan”, tratta dall’opera di Gian Carlo Menotti “La Medium”, che offre a Rhiannon Giddens l’opportunità di mettere alla prova una potenza e un registro vocale autorevoli.
Perfettamente integrate all’interno del progetto anche le tracce scritte dalla stessa Giddens (quattro brani di cui uno in collaborazione con Joe Henry e un altro con Dirk Powell), a partire dall’arab-folk-blues di “Then Thousand Vocies” che introduce il concetto d’universalità e rispetto per le diversità con una semplicità disarmante ("diecimila storie, diecimila canzoni, diecimila preoccupazioni, diecimila torti, diecimila scelte, diecimila voci…").
Incisivo e vivace, il folk-blues di “I'm On My Way” ha tutte le caratteristiche dell’instant classic, ma è il vibrante e intenso gospel per piano violoncello e voce “He Will See You Through” il vero gioiello di “There Is No Other”, una canzone destinata a entrare con forza tra le pagine più ispirate della musicista americana, perfetta chiosa per un album che ripristina i valori essenziali di una espressione artistica nobile come la musica popolare. E a cesellare il tutto ci sono poi quelle parole finali, capaci di riecheggiare all’infinito nella mente e nel cuore: "Tutto il tuo argento, tutto il tuo oro, non brillerà più della tua anima, Amen Amen, Amen".
31/08/2019