Are you afraid of the wolf?
But your Shepherd will lead you to the abattoir
C'è una voce nota dietro l'inquietante maschera. Con "Amour Braque" degli Spiritual Front, tra i dischi italiani più belli del 2018, Simone Salvatori inaugura il 2019 con un nuovo progetto: The Lust Syndicate.
"Capitalism Is Cannibalism" non rischia di essere frainteso nelle intenzioni, come la copertina di Rafał Wechterowicz anticipa egregiamente. Il musicista romano sceglie ancora l'inglese, questa volta non per decantare inni suicide-pop, ma per lanciare avvelenati attacchi politici e denunciare i mali della società. In un mondo fatto di precari equilibri internazionali, crisi economiche e proteste a una scintilla dalla deflagrazione, i Lust Syndicate affrontano la questione di petto. Il contesto sonoro è un'elettronica cupa e martellante - Anti Capitalist Industrial Pop, usando la loro stessa descrizione - mentre quello testuale esalta nuovamente la carica espressiva di Salvatori, piena di immagini in bilico tra violenza e bellezza.
Spetta a Michael De Victor dei While Angels Watch l'onore di aprire le brutali danze. Suo è il discorso introduttivo "Statement: Consenting Victims" a cui seguono il battito e i synth affilati di "Death Moves Towards Us", e per quanto effettata, la voce di Salvatori non perde di carisma. "Utopia As Violence" ci inchioda con il refrain e l'invito a ragionare, a prendere coscienza del nostro ruolo attivo nella società.
Ma è tempo di un'altra dichiarazione: in "Statement: Flattering Of Humanity", l'attore Mark Thompson Ashworth si abbatte contro l'omologazione ("The economical fundamentalism must crush the sacred/ And every idea of transcendence/ Every sense of community, nation and history"), chiudendo poi su una marcia violenta e distorta la denuncia in "Statement: The United States Of Slavery".
Tra acidi sintetizzatori e percussioni compulsive, "One Creed" è un passaggio spietato, mentre “From Despair To New Barbarism” riporta ai Depeche Mode più torvi. Per quanto "Capitalism Is Cannibalism" spari sempre diretto contro i colpevoli ("Financial Aristocracy") e gli scenari siano opprimenti e apocalittici (“Deserted Future”), traspare anche un forte invito all'unità e al dialogo tra le persone, ad accogliere il diverso e resistere insieme, salvando gli ideali di cultura e dignità umana: "But you know that culture and dignity only exist/ within the context of a dialogue between the diverse".
Oltre ai guest già citati, in "Capitalism Is Cannibalism" appare il gotha del neofolk contemporaneo, con le partecipazioni di membri di: Joy of Life, Cult of Youth, Awen e Sol Invictus, a cui si aggiunge l'occultista Paul Smalley. E se Gesù moriva a Las Vegas, nemmeno qui trova un lieto fine, come racconta "Black Virgin-Stabbed Jesus". Il brano è parte del trittico finale a cui appartengono il sostenuto incedere di “Capitalism As Religion” e il mantra di “The Word Of God (Is His Sperm)”, in cui il manto noise-industrial avvolge liriche sessual-religiose in puro stile Spiritual Front.
Prodotto dall'eccellenza tedesca Trisol Music Group - un catalogo che annovera da Christian Death fino a Project Pitchfork - e registrato da Fabio Colucci, che ha contribuito anche al lavoro sulle percussioni, agli Herzog Studio, "Capitalism Is Cannibalism", nonostante sia inquadrato in uno specifico genere musicale, offre spunti interessanti (soprattutto per la scena musicale italiana): con gli Spiritual Front in prima linea sui palchi di tutta Europa (più il side-live project Spiritual Front Plays The Smiths and Morrissey), i Lust Syndicate offrono un'inedita e interessante prospettiva del percorso artistico di Simone Salvatori. E visti i tempi che stiamo vivendo, l'esperienza rischia di non rimanere isolata...
18/01/2019