Poi c'è Angus, che non molla mai, disposto un paio di anni fa persino ad accantonare il suo frontman poco in forma pur di proseguire una missione più che una carriera. Sentite come frusta tutti in "Realize", mentre i classici cori baritonali rispondono da par loro e allora lo scolaretto alza ancora di più la voce, prepotente come non mai, e le valvole fumano e il rumore è squassante ma nitido, o come entra senza chiedere il permesso in "Rejection", un invito che nessuno raccoglie, perché i piedi cominciano a muoversi all'unisono e il disco vola al numero 1 ovunque a parte la Slovacchia, paese che notoriamente ama i tempi dispari e sviluppi armonici più ricercati.
E ancora: botta e risposta, piano e forte e via con il solito blaterare dell'ex-Geordie, e i cori, ancora loro, alla "Back In Black", solo un po' più stanchi, anche perché son passati quarant'anni e lo sparo nel buio non è di quelli precisissimi; midtempo e cominci ad avvertire un po' di stanchezza, ma "Through The Mist Of Time" ha quel tocco pop che ha fatto grande la storia di questi australiani di origine scozzese, che giustamente si autocitano e fanno finta di essere arrabbiati e arrapati, ansiosi e adrenalinici, con voce e chitarre che si spingono, che si mescolano, che si somigliano, che vanno all'unisono, all'interno di un motore mai fuori di giri, ma forse qualche sbandata qui e là avrebbe fatto bene a "Witch's Spell" o a "Wild Reputation", giusto per non stare al palo in attesa dell'assolo, sempre più breve, una botta e via, o della canzone seguente, che magari è "Demon Fire", con incipit di Johnson in stile basso e scuro, e riff accerchiante, avvolgente e chorus liberatorio, glorioso; somiglia ad altre dieci canzoni, o forse sono 100, ma anche stavolta un nuovo, vero classico è presente.
Insomma, ci avete creduto ancora una volta o no? Il vostro scriba qui presente non tanto, manco se ne duole, un po' si annoia, ci prova, la voglia scarseggia. Ma il rock che attende consensi forse ha fatto il suo tempo e, a un certo punto, diventa una vicenda di pura sopravvivenza dell'artista. I tifosi se la godono, oppure si accontentano o magari se ne fregano e passano oltre. Angus, invece, se ne infischia dei giudizi e riaccende sempre. Beato lui. Anzi no: dannato!
(25/12/2020)