Da defilati smanettoni dietro la
console a fronteggiare il microfono e i primi piani della telecamera: la storia del pop è costellata di musicisti che han fatto il salto da dietro le quinte al centro del palcoscenico. Alcuni hanno presto fatto dietrofront, altri invece c'han preso gusto. In campo elettronico, due nomi in particolare hanno fatto specie nell'ultimo paio d'anni: la venezuelana
Arca, finalmente in totale primo piano a tacchi alti sul suo terzo album di studio denominato appunto "
Arca", e la scozzese
SOPHIE, uscita ardentemente allo scoperto nel videoclip del suo sgargiante singolo "
It's Ok To Cry".
Adesso è arrivato il turno di questo timido soft boy anglosassone con la camicetta di raso, il quale, tra disarmanti pose adolescenziali e rileccate partiture di chitarra, si presenta al proprio pubblico nel videoclip di "Oh Yeah" come mai davvero fatto prima d'ora. Un commento rilasciato da un fan sotto al video su YouTube descrive benissimo l'atmosfera del filmato:
When the shy kid in class beats their social anxiety
Ma come Arca e SOPHIE, il
soft boy in questione tutto è tranne che un novellino;
Alexander Guy Cook è pur sempre il fondatore e leader dell'universo Pc Music, un collettivo sciolto che manda avanti con ottimo estro manageriale da quasi un decennio, e solo pochi mesi fa ha datto alle stampe il mastodontico "
7G", quarantanove tracce di affascinanti e pazzoidi divagazioni sostanzialmente extra-genere.
Curioso osservare lo scarto tra il suddetto pachiderma e questo "Apple", composto da sole dieci tracce che, per la maggior parte, virano verso una più marcata costruzione
popular. Esempio lampante: "Beautiful Superstar" e "Jumper", che intingono in confetture sonore Hd un melodismo giovanilistico da festa scolastica a suon di Smash Mouth e
Blink 182. I lunari rintocchi cantautorali di "The Darkness" ricordano il lavoro di Cook a fianco di
Hannah Diamond, "Haunted" invece butta
Imogen Heap e
Bon Iver assieme nella centrifuga dei colorati.
Tra gli esperimenti meticci, a cavallo tra canzone e ambient, possiamo trovare "Animals" e "Lifeline", mentre tra canzone e chipmunk c'è "Airhead" - titolo perfetto quest'ultimo per illustrare la mancanza di tangibilità che si respira lungo il lavaggio produttivo del pezzo.
Non mancano comunque un paio di quegli stridenti pestoni sintetici che da sempre fanno da collante al mondo Pc Music: "Xxoplex" è un baccanale di violente bordate Edm e una stridula linea di vocoder che in tale caos finisce con l'assumere il ruolo di linea vocale, "Stargon" si gioca su un emotivo giro di accordi ma l'arrivo del beat a metà brano ci lancia dentro a una sorta di drum'n'bass avvolta nell'alluminio.
Totalmente moderno, zeppo di referenze e trovate spiazzanti come solo certi dialoghi nati e sviluppatisi esclusivamente entro i confini della Rete possono essere, "Apple" è capace di dialogare a zig-zag su più fronti, e allo stesso tempo di far sentire totalmente fuori posto chiunque era in cerca di un po' di semplice musica pop.
Ma nel campo della Pc Music e dell'avant-elettronica da tastiera, "Apple" è in verità una delle collezioni più melodiche sentite fino a oggi, che si mette quasi in tralice a fianco dei lavori di
Charli XCX, Liz (ricordate la colla nelle orecchie di "
When I Rule The World"?) e
Dorian Electra. La dimostrazione che forse A. G. Cook è solo agli inizi della sua nuova carriera da
popstar e che questa non sarà certo l'ultima volta che lo troveremo a strimpellare la chitarra e osservare timidamente l'ascoltatore attraverso la telecamera. In ogni caso, un universo digitale in espansione del quale non ci libereremo certo a breve.
30/11/2020