Per anni ha legato il proprio nome alla fortunata avventura dei Marta sui Tubi (sei album all’attivo, fra i quali il buon successo di “Sushi e Coca”), poi ha deviato verso quella trasversalità sempre più marcata, messa a punto attraverso i progetti O.R.K. e Dunk. “Segreto pubblico”, il secondo lavoro a nome proprio, a un paio d’anni di distanza da “Cornucopia”, è opera di un artista che dimostra di aver raggiunto il punto più alto del proprio processo di maturazione. Si tratta di uno dei migliori lavori fin qui confezionati dal cantante e chitarrista di Marsala che, con grande maestria e naturalezza, in appena mezz'ora di musica raggiunge l’obiettivo di fondere assieme rock, cantautorato, folk, jazz e prog.
Siciliano verace, Carmelo Pipitone lascia entrare in maniera forte la tradizione popolare e le influenze della propria terra, cantando in dialetto le tracce “Gabriè” e “Abbuccamo”. Dalle trame acustiche di “Intro”, “Giusti” e “Ogni giorno e io” alla rabbia che marchia a fuoco “Nera” e “Vertigini in mare aperto” (quasi un Capossela apocrifo), dal sopraffino songwriting di “Le mani di Rodolfo” al rock venato di jazz di “Lei”, assistiamo a una serie di eclettiche sterzate stilistiche.
Saliscendi che raggiungono l’apoteosi in occasione de “L’intelligenza delle bestie”, nella quale, in poco più di due minuti, Pipitone – che è anche egregio chitarrista - fa convivere nella stessa canzone Frank Zappa, progressive e math-rock. Un disco in costante, prodigioso equilibrio fra tradizione e contemporaneità. E ora via verso la prossima avventura, in attesa che tornino le condizioni per poter portare questo materiale in tour. Menzione finale per la copertina, raffigurante una natura morta dagli umori decisamente caravaggeschi.
01/12/2020