Inizia ufficialmente con “No One Sings Like You Anymore” l’attività di raschiamento del barile di quanto lasciato nei cassetti da Chris Cornell. Regista dell’operazione è la vedova, Vicky, la quale se da un lato sta impedendo ai Soundgarden superstiti il completamento e la pubblicazione del materiale registrato con l’ex-marito, dall’altro comunica al mondo la volontà di diffondere molte delle canzoni che Cornell aveva messo da parte. Secondo la versione diramata dalla famiglia, Chris incise nel 2016 queste dieci cover, seguendone personalmente la produzione e il mastering, e suonando tutti gli strumenti, con i soli contributi di Brendan O’Brien, nell’intento di fare uscire esattamente il disco che ora abbiamo fra le mani, compreso l'ordine delle canzoni, alcune delle quali spesso eseguite live, specie nel corso dei tour acustici solisti realizzati negli ultimi anni di vita, che toccarono anche la nostra penisola.
Disponibile in digitale su tutte le piattaforme streaming dallo scorso dicembre, a partire dal 19 marzo 2021, “No One Sings Like You Anymore” è sul mercato anche in formato fisico. Ai fan che mal digeriscono operazioni di questo tipo possiamo dire che è sempre emozionante riascoltare la voce di Cornell, ogni volta così potente, espressiva e densa di quel malessere che mai lo ha abbandonato. Le immagini del video che accompagnano “Patience”, l’omaggio di Chris ai Guns’n’Roses, sono particolarmente toccanti, con il susseguirsi di fotogrammi che ripercorrono un’intera esistenza, per lui dolorosa oltre qualsiasi nostra possibile immaginazione. Ed è interessante udirlo misurarsi senza timore con brani ai quali solo i più grandi possono osare avvicinarsi, vuoi per la bellezza delle canzoni (“Nothing Compares 2 U”, firmata da Prince e interpretata da una straordinaria Sinead O’Connor), vuoi per la grandezza dei personaggi coinvolti (il tributo riservato a “Watching The Wheels”, da “Double Fantasy”, il disco pubblicato da John Lennon pochi giorni prima di essere brutalmente assassinato).
Ma i momenti di maggior interesse si annidano nel materiale meno popolare, in particolare nelle – per molti poco prevedibili - escursioni soul, un mondo solo apparentemente distante dal furore grunge di Cornell, un mondo per il quale dimostra di avere grande padronanza e smisurato rispetto. Da questo punto di vista resteranno senz’altro memorabili le interpretazioni di “You Don’t Know Nothing About Love” (incisa da Carl Hall nel 1967), e “Stay With Me Baby” (già nello score della serie TV "Vinyl"), portata al successo nel 1966 da Lorraine Ellison.
Le derive più “pop-oriented” qui incluse risultano invece oggettivamente meno intriganti, pur lasciando trasparire artisti e brani che in qualche modo hanno influenzato e ispirato il suo percorso artistico. Vicky Cornell ha già annunciato la prossima diffusione di un secondo volume, che questa volta sarà completato e assemblato senza poter seguire le intenzioni di Chris, colui che canta come nessun altro potrà, mai più.
22/03/2021