D.K.

The Goddess Is Dancing

2020 (Good Morning)
ambient, downtempo

Dang-Khoa Chau non è proprio un novellino, e la versatilità dispiegata nei tanti lavori distribuiti lungo gli anni è lì a dimostrarlo. Vederlo misurarsi con un progetto come “The Goddess Is Dancing” pone la sua precedente discografia sotto una luce del tutto differente, e soprattutto consegna una prova di grande ambizione, tesa a esplicitare un rapporto vivo con le origini. In fuga da utopie baleariche ed evocazioni funk, l'album esplora le ascendenze vietnamite del producer, scavando nella storia millenaria del Paese per un'esperienza immersiva, profonda, che combina rarefatti tracciati ambient a rade pulsazioni house e a rilassate strutture downtempo, in cui tradizioni antichissime e ricostruzioni di contesti subtropicali trasportano mente e orecchie nel pieno di foreste pluviali e riti ancestrali. Ad azzerare il caos circostante e anelare a una pace del genere si fa davvero in fretta.

Non il primitivismo fittizio (per quanto splendido) di Kilchhofer, non l'evasione quartomondista di Ramzi, a ispirare la svolta produttiva di Chau sono immagini e suoni fattuali, visioni legate a doppio filo con la memoria e l'esperienza, che prendono forma e sostanza nel rispetto dell'elemento reale. La ambient di D.K. si muove felpata, mai impalpabile, orientata nello sviluppo dal hầu đồng, rituale praticato nel nord e nel centro del Vietnam (consistente in una danza ballata da medium i quali accolgono in sé spiriti e divinità) e poggiante su solidi tratteggi compositivi, in cui evocazione e dato ritmico si torcono su se stessi, senza mai perdersi di vista. Sintetizzatori dall'incredibile consistenza tattile fluttuano sui fiumi, si muovono sinuosi tra le fronde, agili come uccelli: il binomio iniziale individua il sottile confine tra introspezione e descrizione d'ambiente, con una completezza d'insieme da fare invidia alle dissertazioni di Forrest Fang.

Altrove, il discorso acquisisce una compattezza che sintetizza in un solo strumento la pienezza di un intero apparato strumentale. “Going Into Trance” è pura estasi spirituale, danza liberatoria attraverso cui trascendere verso universi altri, nuovi stati percettivi: la potenza del contesto percussivo, sposata alle rade escursioni armoniche dei synth, lancia suggestioni cinematiche, dal forte peso evocativo.
La lunga chiusura affidata a “Summoning The Spirits”, in cui il rituale entra nel pieno del suo svolgimento, riassume in sé tutte le direttrici del progetto, canalizzando la natura fascinosa, profondamente sensoriale del dato sonoro in una suite morbida come il velluto, in cui l'evocazione assume le fattezze del più sincero dialogo con se stessi. In fondo, la comunione col proprio io può abbattere anche le barriere più resistenti.

15/06/2020

Tracklist

  1. The Three Realms
  2. The Goddess Is Dancing
  3. Going Into Trance
  4. Forest Palace
  5. Summoning The Spirits

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