Immaginate di vivere in una città immensa, nuova, importante. Immaginate, inoltre, di evitare volutamente di visitarne i più celebri siti turistici, girovagando a piacimento fino a perdere la concezione di spazio e luogo e trovare imprevisto apprezzamento per angoli inediti e poco famosi; una nuova familiarità che forse ne fa comprendere meglio le vere dinamiche e le reali caratteristiche. Questa è esattamente la sensazione che si prova ascoltando “Invisible Cities”, il nuovo album del duo statunitense
A Winged Victory For The Sullen.
L'album è la colonna sonora dell’acclamata produzione teatrale di Leo Warner basata sul celebre romanzo del 1972 di Italo Calvino intitolato proprio “Le città invisibili”. Lo spettacolo ha mescolato teatro, musica, danza, design architettonico e immagini, per dare vita alle straordinarie conversazioni tra l’imperatore dei Tartari Kublai Khan e Marco Polo contenute nel libro.
"So That The City Can Begin To Exist" dà il via con un delicato ritornello di pianoforte e sintetizzatori che creano morbidi impeti ad abbracciare un’abbagliante melodia minimale.
Gli inquietanti e straordinari scenari sonori tracciati in "The Dead Outnumber The Living" e "Thirteenth Century Travelogue" contrastano con le dilatate e oniriche sequenze di “The Celestial City” e con l’ipnotica tessitura elettronica di "Every Solstice & Equinox".
La delicatezza del pianoforte di “The Divided City” trasporta in atmosfere senza tempo, mentre “Only Strings And Their Supports Remain” è trainata da archi ultraterreni che levigano calde note di piano. Tra i momenti più appassionanti l’audace ruggito di “There Is One Of Which You Never Speak” che dopo un'avvolgente apertura di archi e un sottile pianoforte trascina in una corrente sotterranea di aguzza elettronica in crescendo, che arriva a costruire una barriera di rumore statico, quasi cacofonico.
L’atmosfera corale di “Desires Are Already Memories” e il sontuoso dronescape di “Total Perspective Vortex” fanno calare il sipario su un’opera spettacolare d’emozione cristallina.
"Invisible Cities" è un album affascinante, tanto ricco quanto il soggetto letterario dal quale trae ispirazione. Il duo statunitense formato dai compositori Dustin O’Halloran e
Adam Wiltzie ha progettato 13 brani tecnicamente eccelsi, connessi a quanto già gustato nelle loro incantevoli pubblicazioni precedenti.
A Winged Victory For The Sullen ha ormai assunto lo
status di culto nel panorama ambient e
modern classical e l’accostamento della loro opera a capostipiti del settore quali
Max Richter,
Hauschka,
Tim Hecker e
Hildur Guðnadóttir risulta quanto mai doveroso.
03/03/2021