Cheval Sombre

Time Waits For No One

2021 (Sonic Cathedral)
space-folk

Rallentare. Un verbo che per molti è diventato una imposizione nel corso dell'ultimo anno, un periodo che ha cristallizzato le vite di miliardi di persone intrappolandole in una dimensione diversa da quelle a cui erano abituate, costringendole a fare i conti con sé stesse, con ciò che hanno attorno, con ritmi e scadenze differenti. Talvolta persino a fermarsi, nonostante l'impulso e il bisogno di andare avanti.
Eppure il tempo non si può bloccare, e lo sa bene Christopher Porpora – origini apparentemente italiane, moniker francese, natali newyorkesi – che, dopo quasi un decennio di silenzio discografico ininterrotto, sembra essere tornato in sintonia con il cosmo proprio nel momento in apparenza più critico.

Mentre gli altri rallentano, Porpora pigia sull'acceleratore e annuncia l'uscita di due album nel solo 2021: “Time Waits For No One” non è dunque che la prima parte di un viaggio ancora più lungo e articolato. Un improvviso, ormai inaspettato sussulto di ispirazione dopo quasi un decennio di vuoto: nel brusio mondano che si affievolisce, nella riconciliazione con una società improvvisamente privata della frenesia e dell'eccesso, l'americano ha ritrovato le stesse istanze che da sempre muovono la sua musica che si snoda attraverso la ricerca di una grazia sospesa, cadenzata dai rintocchi di chitarra che si perdono in uno spazio ormai privo di gravità, una poetica minimalista ma al contempo espressiva e riconoscibile, atmosfere dilatate, oniriche, sfuggenti, evocative.

Anche i compagni di viaggio sono quelli di sempre. Sonic Boom non è soltanto, di nuovo, il produttore dell'album, ma anche lo spirito-guida di un'opera intrisa di impalpabile psichedelia in chiave eterea. Dean Wareham e la moglie Britta Phillips, a loro volta amici e ormai consueti collaboratori del cantautore newyorkese, impreziosiscono un'opera composta da dieci acquerelli creati con poche ma decisive pennellate: una base di synth immobili su cui si innestano spartane traiettorie di chitarre e la voce riverberata di Porpora a suggellare un bizzarro ma affascinante psych-folk quasi del tutto esente da ogni parte ritmica (un'eccezione è “Hitch a Ride”).

È così che una ipotetica ballata quale “It's Not Time” si dilata e perde consistenza materiale come un oggetto misterioso, un ricordo remoto, un pensiero agrodolce che si allontana fino a sparire nell'oscurità. Apice di questa peculiare arte è con ogni probabilità “Dreamsong”, un fraseggio strumentale di struggente bellezza tra la chitarra e un estemporaneo violino che abbandona per un istante la componente “spaziale” ma non quella onirica.
Le chitarre folk in primo piano nella title track – con Wareham ospite - letteralmente spariscono in “Had Enough Blues”, con i soli synth impegnati a riallacciare il legame mai spezzato con gli Spacemen 3 e la loro personale visione del cosmo.

Sarebbe sbagliato, tuttavia, ritenere che quella di Cheval Sombre sia una materia “fredda”. Al contrario, con i pochi elementi a disposizione, Christopher Porpora riesce a rendere accogliente il folk in controluce di “California Lament” e ad accendere con luce soffusa la splendida ballata “Curtain Grove”, ammantata dagli archi di Gillian Rivers e Yuiko Kamakari.
A chiudere il cerchio è “No Place To Fall”, cover di Townes Van Zandt che rimane come sospesa a mezz'aria, rappresentazione plastica del desiderio dell'artista newyorkese di creare musica che abbia la stessa, impalpabile consistenza delle particelle di luce in perenne viaggio nello spazio.

10/03/2021

Tracklist

  1. It's Not Time
  2. California Lament
  3. I Could
  4. Time Waits For No One
  5. Dreamsong
  6. Had Enough Blues
  7. Been a Lover
  8. Curtain Grove
  9. Hitch a Ride
  10. No Place to Fall






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