Esiste un vecchio adagio secondo il quale gli opinionisti musicali non sarebbero altro che musicisti mancati, e per questo dannatamente frustrati. In parte è vero: tantissimi hanno alle spalle esperienze musicali che non hanno condotto ove desiderato. Ma per la verità qualcuno che continua a provarci c’è, e fra questi Hamilton Santià, che a Torino suona la chitarra negli Smile, band indie-rock giunta proprio in questi giorni al traguardo del primo album, dopo qualche singolo centellinato in tempi di pandemia.
In un ambiente come quello del “giornalismo” musicale, da sempre costellato di insanabili invidie, per una volta si scorge una certa convergenza di vedute sul prodotto confezionato da Hamilton assieme a Michele Sarda (voce), Mariano Zarrafano (basso) e Francesco Musso (batteria). Delle loro prossimità stilistiche si potrebbe scrivere a lungo, e non vorrei ripetere cose già scritte da molti altri, ma certamente i riferimenti a R.E.M. e Husker Du sono ovunque, e non potranno sfuggire neppure ai più distratti.
Sì, perché l’impronta degli Smile (che per il titolo dell’album hanno scelto di parafrasare un celebre doppio live dei Talking Heads) è dichiaratamente derivativa: non si nascondono, non si spacciano per innovatori, ma mettono in sequenza otto tracce che molto semplicemente funzionano benissimo. Scartabellando nei servizi in streaming se ne può rintracciare una nona diffusa di recente, “Stuck In The Middle”, non pensata per questo album e registrata in remoto, con ogni musicista che ha contribuito da casa propria (maledetto Covid…). Potrebbe essere un’anticipazione per il futuro.
Come al solito i detrattori saranno pronti a sottolineare quanto degli Smiths ci sia dietro l’intro di “Time To Run” e quanto dei Counting Crows venga rimasticato per imbastire le trame di “Just So You Know”. Ma potremmo ricordare quanto Nirvana fossero i primissimi Verdena e quanto Sonic Youth i giovani Marlene Kuntz: poi abbiam visto le evoluzioni. Lasciamo che gli Smile germoglino, maturino e definiscano la propria strada, anche se non sono più certo degli sbarbatelli. Sarà una loro consapevole scelta se continuare a riprodurre questi suoni o lanciarsi verso più arditi orizzonti. Strappando quel sorriso che invocano col loro stesso nome.
09/04/2021