Come anticipato a pochi mesi dal primo volume, gli Ardecore con questo secondo capitolo mettono la parola "fine" al loro omaggio al poeta nato nel rione Sant'Eustachio. Un tributo viscerale in cui la voce e l’esistenza della plebe di Roma e del suo narratore per eccellenza risuona forte negli strumenti e nella voce del gruppo. Nel complesso, dai 2279 sonetti del Belli, la band ne sceglie ventotto facendo sintesi antologica dei grandi temi trattati nell’opus belliano.
Spetta a “Caino”, persa in un'atmosfera dolente da cui poi partirà un bell’assolo di chitarra elettrica, inaugurare il viaggio conclusivo di mezz’ora nella "Vecchia Roma" raccontata in maniera documentaristica dal Belli. I protagonisti ci sono tutti, accompagnati da un’ampia gamma di strumenti, dai fiati a quelli a corda, tra cui fado, mandolino, afro guitar. E così, dopo il personaggio biblico, non può che essere il turno di “Er biastimatore”, delineato da un'intensa performance vocale, quasi attoriale, di Felici. La fedeltà filologica dell’operazione (ricordiamolo: i sonetti non vengono adattati e ricomposti per una forma canzone, bensì riproposti riga per riga nella forma originale e integrale) non rende monotono l’ascolto, che tra la marcia de “La providenza”, le tinte spagnoleggianti di “Er coronaro” e l’omaggio deragliato in “Er vino” saprà come allietare l’ascoltatore.
A completare alla perfezione l’ascolto di “996 - Le canzoni di G.G. Belli” il libro omonimo uscito per Squilibri Editore, dove è possibile trovare i sonetti scelti dagli Ardecore accompagnati da illustrazioni, spartiti e la possibilità, tramite Qr Code, di reperire i brani in questione.
12/10/2022