Daphni

Cherry

2022 (Jiaolong)
elettronica, house, techno

Daniel Snaith ha sempre selezionato con estrema cura le collocazioni stilistiche dei propri lavori. Se con il progetto Caribou, oggettivamente il più importante, ha sondato con enorme successo di critica e pubblico i lati più introspettivi e riflessivi dell’elettronica, attraverso contaminazioni via via sempre più intriganti e sfaccettature di progressiva e stimolante creatività, con il moniker Daphni si è da subito imposto di sciogliere queste aristocratiche e, per certi versi, scomode briglie, tuffandosi nella più solare e libera stesura di sequenze che facessero dell’elettronica dancefloor un territorio apertamente sperimentale, lanciato verso indefinite direzioni.
“Cherry” è il terzo album in studio pubblicato con quest’ultimo alias, a cinque anni di distanza dal precedente “Joli Mai”.

 

Le improvvisazioni armeggiate dal musicista canadese toccano numerosi generi e sottogeneri: house, techno, disco-music, funk e persino un'infarinatura di psichedelia. A dire il vero, sembra piuttosto strano che una mente così schematica come Snaith, insignito del dottorato in matematica per uno studio sulle forme modulari di Siegel, sia così abile nel lasciar sfogare a 360° il proprio istinto artistico.
L’ascolto delle quattordici tracce palesa qualità di produzione decisamente istintiva, senza che si evidenzi la presenza di canoniche fondamenta sulle quali erigere una precisa idea artistica. Non esistono passaggi che lascino presagire uno sbocco ovvio o prevedibile, come non è disciplinata alcuna preoccupazione nell’obiettivo finale da raggiungere.
La title track, ad esempio, è costruita attorno a una successione quasi ipnotica, nella quale un refrain strumentale risuona all'infinito tra acuti sferraglianti e bassi roboanti, partizioni fra loro composite, che convergono per creare quello che assume le sembianze di un groove dall’enfasi chiaramente techno che potrebbe durare all’infinito. L’opener "Arrow" funge da vero e proprio innesco, una scossa che si adagia in un melange pulsante, in continua evoluzione, di ritmi irrequieti e variegate sfumature.

Qualche salutare pizzico di diversificazione tematica si coglie in "Falling”, dove sono richiamate trame del tipico funky à-la Daft Punk, nelle levigate risonanze pianistiche che guidano “Cloudy”, vicine all’approccio già utilizzato come Caribou in “Sunny’s Time” (dall'album "Suddenly"), nel vivace mix house/disco di "Take Two" e nella conclusiva "Fly Away", contraddistinta da euforiche impennate in crescendo e incalzanti pugnalate di synth che richiamano il battito delle Baleari.
Un sottofondo malinconico è però in agguato. Il suono ondulato e deformato di “Crimson” è simile a una nebbia lenta che cala su un paesaggio distopico, propensione confermata anche nella cinematografica "Arp Blocks", strutturata su un’oscura distorsione tonale e una calzante inquietudine guidata dai sintetizzatori. Toni vitrei iniettano ulteriori ombre attraverso l’arrangiamento moderatamente introverso di "Clavicle".

 

Evidentemente Daphni è una figura eterea che concede a Dan Snaith la più ampia libertà espressiva.
"Cherry" è il prodotto di un artista che appare felice di permettere alla propria musica di evolversi spontaneamente, producendo così uno scenario sonoro ricco ed empirico, nel quale l’ascoltatore può lasciarsi immergere con un coinvolgimento affrancato da ogni tipo di freno inibitorio.

11/10/2022

Tracklist

  1. Arrow
  2. Cherry
  3. Always There
  4. Crimson
  5. Arp Blocks
  6. Falling
  7. Mania
  8. Take Two
  9. Mona
  10. Clavicle
  11. Cloudy
  12. Karplus
  13. Amber
  14. Fly Away




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