La carriera di Diamanda Galas si è sempre basata su due pilastri. Da una parte il canto sperimentale e la voce-strumento, caratteristica in cui è stata maestra e indiscussa pioniera, dall'altra l'empatia assoluta verso la sofferenza altrui, che le ha permesso - nel corso di una carriera straordinaria - di immedesimarsi e volgere il proprio sguardo compassionevole verso le sofferenze dei malati di Hiv, dei prigionieri politici della dittatura fascista dei colonnelli greci come delle vittime del genocidio armeno.
"Broken Gargoyles", che raccoglie e porta a compimento alcune intuizioni dell'autrice già proposte in alcune esibizioni live del 2013 e del 2020, è un classico lavoro che unisce musica e letteratura, sperimentazione e cultura nel suo significato più ampio. L'album è stato registrato in un'installazione sonora al Kapellen Leprosarium (Santuario del lebbroso) a Hannover, un vecchio santuario dove stazionavano i malati di peste e lebbra dal 1250 in poi, divenuto nella Grande Guerra un ospedale per soldati tedeschi feriti, tra cui quelli con devastazioni al viso (immortalati dal fotografo Ernst Friedrich nel suo storico "War Against War"), costretti a portare una maschera di ferro, furono chiamati Broken Gargoyles.
Diamanda Galas unisce quindi la sofferenza dei morti di Covid con quella delle centinaia di migliaia di persone passate da questo luogo nell'arco dei secoli, per tornare alle sue lunghe composizioni tragiche d'avanguardia, nelle quali la sofferenza umana, non solo del singolo individuo ma di tutta l'umanità, funge da comune denominatore.
I testi del poeta tedesco Georg Heym (1887-1912), dedicati ai malati di febbre gialla prossimi a una morte lenta e dolorosa, letti da Diamanda Galas assumono un nuovo significato e una nuova vita in queste due grandi suite aggiornate agli orrori della Prima guerra mondiale. Il canto di Galas torna a essere un grido di dolore dell'umanità, un urlo nel nulla dell'esistenza.
I ventitré minuti di "Mutilatio" sono emblematici, con le poesie di Heym "Das Fieberspital" e "Die Dämonen der Stadt" (rielaborate dal vivo sin dal 2013) dedicate a un soldato ferito a morte, tra suoni d'avanguardia, noise, ritmi industrial, piano e un canto che riesce a essere estremo e allo stesso capace di comunicare con l'ascoltatore molto più di mille altre voci tutte uguali fra loro.
I malati del lebbrosario, i feriti agonizzanti della guerra mondiale urlano di dolore e la sensazione quasi visiva dei loro visi deformati dalle urla e dalle ferite si fa sempre più vivida nella mente minuto dopo minuto. "Abiecto" è persino più estrema, la voce è ormai totalmente inumana come le conseguenze sugli uomini della guerra, tramutandosi a volte in versi animaleschi simili a quelle di bestie prossime al macello.
Non c'è più differenza tra essere umani e animali, la sofferenza causata dalla guerra coinvolge ogni essere vivente e Diamanda Galas lo testimonia con una potenza maestosa e commovente, tornando ai fasti dei suoi capolavori.
21/09/2022