L’ascolto profondo è uno stile di vita. Rappresenta uno stato di consapevolezza superiore e ti collega a tutto ciò che esiste. Come musicista mi interessa la sensualità dei suoni, come coincidono e si coordinano con altri suoni, come cambiano ed esplodono. Come compositore uso l’ascolto profondo per fare musica.
Sono le parole della stessa Pauline Oliveros a offrire la migliore sintesi dell’essenza di una inesauribile sperimentazione protratta per oltre cinque decenni, capace di segnare indelebilmente l’avanguardia musicale a partire dagli anni Sessanta. È stato un percorso di ricerca fondato sulla preminenza del suono e su pratiche di ascolto radicali intese come strumento di conoscenza non solo dell’ambiente in cui siamo immersi, ma soprattutto di sé stessi. Non stupisce che le risultanze di un’attività così intensa e per certi versi frenetica continuino a palesarsi ben oltre la scomparsa della sua autrice - risalente al 25 novembre 2016 - cristallizzandosi in uscite discografiche che ne recuperano tasselli altrimenti destinati a rimanere inaccessibili.
L’ultimo in ordine temporale recupera una delle numerosissime sinergie attivate dalla teorica del Deep Listening, nello specifico quella con il bassista e compositore James Ilgenfritz con cui ha collaborato a partire dal 2007, dando ulteriore testimonianza di una duttilità e capacità di confronto che l’hanno vista interagire con autori afferenti a territori musicali eterogenei, tra cui persino i Sonic Youth per i quali ha predisposto una partitura per cinque chitarre elettriche e batteria.
“Altamirage” raccoglie una serie di registrazioni in duo risalenti appunto al periodo 2007-2016 e l’interpretazione di due composizioni della musicista e teorica americana risalenti al biennio 1959-1961, eseguite dall'Anagram Ensemble di Ilgenfritz sotto suggerimento della stessa Oliveros. Queste ultime mettono in risalto la propensione a indagare nuovi orizzonti espressivi presente fin dagli esordi sotto forma di itinerari sensoriali definiti dalla giustapposizione nervosa di timbri inusuali e gesti sonori effimeri in un insieme di densità costantemente cangiante. A questi tracciati interamente annotati fanno eco quattro stringate improvvisazioni per contrabbasso e fisarmonica Midi che vedono i due autori esplorare connessioni possibili tra i loro strumenti generando attriti e incastri, armonie oblique e dissonanze stimolanti.
La scelta di intervallare queste due differenti sezioni mette in risalto come al di là delle strategie e dei mezzi utilizzati a prevalere sia sempre la vocazione nitida di definire una pratica mossa dall’ascolto profondo e da una consapevolezza sonora in costante espansione. Un documento prezioso confezionato con cura.
(04/12/2022)