Con un approccio stilistico che può ricordare lo sposalizio di musica da camera e nuance post proprio di act come Balmorhea o Message To Bears, lo scrigno sonoro dei Cicada si apre con grande delicatezza, offrendo piano piano i suoi regali. Regali fluidi, in perenne movimento, fatti di pioggia e rugiada, ma anche più grandiosi, come i tronchi di alberi crollati o la vista di nuove vallate, ancora più suggestive rispetto a quelle già osservate: che siano fissi o in movimento, nelle mani del collettivo diventano materiale prezioso, gocce di un'essenza più profonda, lungamente agognata e forse anche un poco temuta. Con la gentilezza e il gusto del migliore Joe Hisaishi, il collettivo sa costruire un delicato flusso narrativo, imprime un polso deciso, per quanto abilmente mascherato, all'avvicendarsi dei brani, capaci di esprimere il proprio contenuto anche senza l'ausilio dei titoli.
Dal vivace risvegliarsi degli uccelli tra le conifere di “Birds And Most Pine Needles” (i legni a farsi ali e cinguettii con un'eleganza degna dei Clogs) al battere della pioggia tra le fronde (il tocco sottilmente percussivo di “Foggy Rain”), le composizioni di Jesy Chiang, pianista e anima creativa del gruppo, sorprendono con una grazia che ha quasi dell'impressionista, incorniciano frammenti di un'esperienza che passo dopo passo si scioglie nel più caldo degli abbracci.
Spesso rapido, talvolta però capace di prendersi tutto il tempo necessario, di aprirsi a vere e proprie suite, l'album rimane vittima della sua stessa magia, emana una beatitudine che sa trovare cento e più modi per farsi percepire. Gli undici minuti della title track, posti accortamente al centro dell'album come inevitabile punto di snodo, si articolano col fare di vignette in sequenza, ogni passaggio una nuova riflessione, un nuovo scorcio di un'anima persa nel rapimento. Non da meno è “Remains Of Ancient Trees”, la gravità di violino e violoncello a soppesare il fremito della chitarra, come a delineare i piani diversi su cui operano vita e morte.
In queste sottili, eterne, dicotomie, i Cicada catturano la più placida meraviglia, restituiscono senza moine o eccessi uno sguardo perso nella contemplazione. A noi che ascoltiamo non resta che risvegliare analoghi sentimenti.
(01/02/2023)