Dopo appena un anno dall’ottimo debutto, la cantautrice svizzera Delia Meshlir ritorna con un album liberatorio e ricco di slanci di vitalità. Laddove “Calling The Unkwown” era strettamente connesso alla elaborazione di un lutto, “Bring Back The Light” si fa ora portavoce di una voglia viscerale di vivere e di riappropriarsi di una dimensione del piacere decisamente più sensoriale. E anche se perde un po’ del misterioso magnetismo che regnava sulla precedente raccolta, il nuovo disco di Meshlir guadagna in immediatezza e spontaneità.
Che si trattasse di una sorta di rinascita era già abbastanza chiaro dai due singoli che hanno anticipato la pubblicazione dell’Lp. Il primo, “Love”, intinge la voce calda dell’artista in una dimensione psychedelic pop ritmata e ondeggiante, mentre “My Only Love” si tuffa in un mare lisergico con un potente assolo di chitarra elettrica di due minuti.
Tuttavia, pur essendo a suo agio in questa veste libera e divertita, Delia continua a dare il meglio di sé in quei pezzi atmosferici dove, tra battiti placidi e sfondi ariosi, possono alternarsi la sua voce calda e profonda, la chitarra e un seducente sassofono. È questo un dialogo che viene sfruttato appieno nelle bellissime ballate “Goodbye California” e “Your Shadows”, ma che caratterizza anche il cambio di ritmo imprevisto di “I Never Told You” o l’esplosione strumentale nella ruvida coda folk-rock di “Moving On”.
Anche la canzone di chiusura “Yonder, My Love”, la meno riuscita della raccolta, si riscatta proprio con l’intreccio strumentale finale, a testimonianza dell’ottimo lavoro compiuto in sede di arrangiamento da parte della musicista e della sua band.
A conti fatti, nonostante qualche perdonabile imperfezione, con questo secondo album Delia Meshlir si riconferma essere una delle più promettenti cantautrici svizzere.
15/11/2023