Giovanni Truppi

Infinite possibilità per esseri finiti

2023 (Universal)
songwriter

"Infinite possibilità per esseri finiti" è il quinto album in studio di Giovanni Truppi. La sua genesi risale all'incirca a un anno fa, con la pubblicazione del primo singolo, "La felicità", cui nei mesi successivi si sono aggiunti "Alcune considerazioni" e, in ultimo, "Moondrone". Non solo i singoli, però, sono stati un preludio. All'inizio di marzo, al MAMbo di Bologna, Giovanni Truppi e Aldo Giannotti hanno creato la copertina del disco, con un'opera d'arte partecipativa in cui i visitatori potevano essere coinvolti disegnando, osservando, fotografando - insomma, a tutti gli effetti una celebrazione della comunità. Per finire, il disco integrale è stato suonato in anteprima in una serie di concerti in collaborazione con il gruppo Unterwasser, in un'unica tranche, senza soluzione di continuità e senza intermezzi parlati, alla quale solo alla fine si aggiungevano alcuni tra i maggiori successi della carriera dell'artista. Lo spettacolo, un intenso dialogo tra musica e arte figurativa, ha saputo presentare l'album mettendone in luce il carattere privato, intimo, ma soprattutto - con una tecnica che Truppi aveva già sperimentato nell'Ep "5" - ha saputo mostrarne il carattere multimediale e multisensoriale, con i disegni e il teatro intesi come elemento necessario e complementare.

"Infinite possibilità per esseri finiti", probabilmente, non porterà nuovi fan all'artista napoletano; tuttavia, racchiude in sé quasi tutti i tratti distintivi di Truppi: il pianoforte come base su cui si reggono le canzoni (una delle maggiore imprese del cantautore, anni fa, fu quella di segare e amplificare da solo un piano trasportabile nei tour, di dimensioni ridotte, dato che quasi mai ricorre agli estremi dello strumento, e che gli permetta quindi di non ricorrere alle tastiere, che non ama); il flusso incalzante e sfrenato di parole che escono dagli argini della metrica e risultano quasi cacofoniche; il contrapposto (e le contraddizioni) dei pensieri, tanto dal punto di vista lirico, quanto da quello musicale, con la frequente alternanza tra maggiore e minore; l'ironia e l'autoironia; il riferimento a scenari di vita quotidiana con nomi e cognomi dei personaggi che vi partecipano; e da ultima, la catartica assenza di senso del pudore, che lo porta a chiamare sempre le cose con il loro nome. Proprio per la presenza pregnante di tutte le carte d'identità dell'artista, l'album si promette di non deludere gli ascoltatori di vecchia data, e al tempo stesso funge da essential playlist per chiunque volesse iniziare ad approfondirlo.

Il tema prevalente del disco è lo stare insieme, il senso della comunità, che nel disco è sociale, politica, religiosa, familiare. Suonato da un'ampia band (composta, tra gli altri, da Giorgio Maria Condemi e Xenia Rubinos), è stato prodotto dallo stesso Truppi, da Marco Buccelli - la cui mano si fa sentire in pezzi come "Centocelle", che sembrano estratti da "Il mondo è come te lo metti in testa", primo disco dell'artista - e Niccolò Contessa, presente soprattutto nella seconda parte dell'album con sintetizzatori e sonorità che rimandano ad "Aurora", terzo e ultimo disco dei Cani. La scrittura dei pezzi è anch'essa ad opera integrale del trio, ad eccezione di "Temporale", pezzo più pop del disco, che vanta la firma di Pacifico.

Il disco si apre con "Intro", preludio costruito su un tema suonato inizialmente con i sintetizzatori, che scivolano via via nel pianoforte. Truppi riflette sulla comunità di individui che si incontrano negli spogliatoi della piscina, e pensa che il ginnasio dei greci doveva essere più o meno così; e proprio come allora, quando coloro che andavano al ginnasio erano una parte dei greci, gli uomini privilegiati, anche Truppi sente di essere stato insignito di un previlegio gratuitamente acquisito, e di essere fortunato di vivere questa vita da uomo, ricco, bianco. Come convivere con la consapevolezza di questo privilegio, ce lo dirà solo alla fine.
Segue "Centocelle", brano estremamente ricco, con sintetizzatori, percussioni in battere, pianoforte e chitarra distorta che diventa la protagonista dell'assolo finale. Rimanda nitidamente a canzoni del primo disco come "Ti voglio bene Sabino" o "Stai andando bene Giovanni", con i frequenti riferimenti agli amici del cantautore (Pintaldi, Franco) e con le parole che fluiscono verbose e martellanti sorreggendo l'incedere crescente del pezzo.

In "La felicità", Truppi riflette su tutto quello che gli è capitato (tra cui perdere i capelli) mentre cercava la felicità in ogni luogo, per capire poi che non era così che l'avrebbe trovata, e che alla fine dipende tutto da come uno se la immagina - per Truppi è chiara, come l'arrivo dell'ora legale."Donut I", il primo dei quattro interludi, è un pianoforte in minore con un lontano rumore di aerei, che rimanda alla musica dell'inizio di alcuni film con atmosfere lunari e flash forward criptici che svelano indizi su cosa succederà alla fine - e come i migliori intermezzi, confluisce senza interruzione nel pezzo successivo, "Moondrone", con al centro una tematica che in italiano non ha un nome, ma che in libanese si definisce Ya’aburnee: amare una persona così tanto da desiderare di morire prima di lei, per non passare mai un minuto della propria vita senza. Come Truppi stesso ha dichiarato, il pezzo fu scritto partendo da quest'idea; si ricordò in seguito di una base "lunare" che gli aveva inviato Contessa - da cui il titolo - e quindi riadattò tutto il brano, riscrivendone la melodia affinché convergesse alla perfezione. È probabilmente l'episodio più intimo e personale del disco, in grado di dare quasi un senso di invasione della privacy del cantautore, intento a narrare tutti i pensieri che gli attraversano la mente mentre vede la ragazza che ama, con un livello di confidenza che di solito, al massimo, si riserva per un diario criptato.

A seguire, arrivano quattro pezzi estremamente diversi a comporre il nucleo centrale del disco: la recitata "Burger King", che mette in guardia dai pregiudizi raccontando del senso immediato di compatimento nel vedere una famiglia che in un giorno di sole mangia, per l'appunto, da Burger King, sopraffatto poi dalla tenerezza nel pensare che, magari, i genitori avevano promesso alla figlia che l'avrebbero portata nel posto dei sogni appena avesse fatto bel tempo, e che magari si vergognavano anche loro di stare lì, ma l'amore per la loro famiglia era più forte. Truppi ha in seguito dichiarato, in un'intervista, che da Burger King qualche volta ci va, ma con i giudizi altrui ancora ci fa i conti. C'è poi "Alcune considerazioni", riflessione sul tempo che passa, sui rapporti che si incrinano, e sul fatto che a volte, per andare avanti, bisogna tornare indietro, come le cose che si chiamano Pietro. "Amarsi come i cani" è estremamente melodico, e la strofa non è parlata o recitata bensì cantata, svelando un Truppi terreno e carnale mentre dice mettersi come i cani a quattro di bastoni ad annusarsi i culi, ancora una volta evitando il senso del pudore e raccontandosi con violenta onestà. E da ultima arriva "Le persone e le cose", il cui testo era stato pubblicato sul gruppo Telegram dell'artista qualche mese fa, e che il secondo intermezzo "Donut VI" riprende tale e quale a velocità quintuplicata, in un'atmosfera spettrale e sorretto dal pedale del pianoforte che cresce di intensità via via.

La terza parte del disco si apre con "Amico", il brano più involuto dell'album. Dopo una prima intro rock che ricorda i Led Zeppelin, ne arriva una seconda dalle atmosfere quasi gospel. L'hook non ci sono soldi neanche per i saldi si ripete incessantemente con dei synth a bassissimo volume in sottofondo, attraversa una strofa di riflessione sui rapporti che il tempo ha sbiadito e confluisce in una outro che sfiora la techno. "Donut XVII" è un classicismo intermezzo al piano, a calmare gli animi deconcentrati dall'epilogo del prezzo precedente; in "Infinite possibilità", la produzione astrale di Contessa è la protagonista assoluta (il richiamo a brani come "Calabi-Yau" o "Baby soldato" dei Cani è lampante), con suoni computerizzati che accompagnano la riflessione del cantante sul progressivo diminuire degli spazi di comunità - la parrocchia, la sezione di un partito. Con due "soluzioni" proposte alla fine: o ci dedichiamo attivamente a costruire alternative al sistema politico, o ci iscriviamo tutti al Pd!

"Temporale" e "L'uomo buono muore" sono due pezzi molto simili: entrambi i ritornelli giocano con l'alternanza canto in maggiore-controcanto in minore, con la differenza che il primo è spensierato e accessibile, mentre il secondo possiede maggiori orpelli produttivi che lo rendono meno immediato e più ostico.
In conclusione, "Donut XV", l'unico interludio in maggiore, Camminando per via Indipendenza un sabato sera ascoltando la nuova canzone dei fratelli Eno, con un campionamento di "Blonde" di Roger e Brian Eno, e "Fine", in cui Truppi riconosce che sarebbe ingiusto immolarsi per peccati che non abbiamo commesso, e proprio dopo quest'antitesi del peccato originale si chiede dunque quale sia il regno dei cieli.

"Infinite possibilità per esseri finiti" è un disco lungo, frutto di molte collaborazioni, i cui pezzi sono pieni di strumenti, di parole, di concetti, di pensieri. Non è un disco immediato, né si pone l'obiettivo di entrare in classifica. Non è un disco radiofonico e non è nemmeno un disco per accaparrarsi nuovi fan. È però una rappresentazione cristallina della complessità e della profondità di Giovanni Truppi, che lascia sempre la libertà di non ascoltare, se non si vuole - ma se si vuole, nel migliore dei casi si rimane con qualche domanda in meno e qualche risposta in più; nel peggiore, con qualche argomento di conversazione al bar con gli amici o qualche battuta da emulare. E comunque, in entrambi i casi, vale l'ascolto.

03/05/2023

Tracklist

  1. Intro
  2. Centocelle
  3. La felicità
  4. Donut I
  5. Moondrone
  6. Burger King
  7. Alcune considerazioni
  8. Amarsi come i cani
  9. Le persone e le cose
  10. Donut VI
  11. Amico
  12. Donut XVII
  13. Infinite possibilità
  14. Temporale
  15. L'uomo buono muore
  16. Donut XV
  17. Camminando per via Indipendenza un sabato sera ascoltando la nuova canzone dei fratelli Eno
  18. Fine

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