Hamish Hawk

Angel Numbers

2023 (Post Electric)
baroque pop, synth pop, singer/songwriter

In numerologia gli "Angel Numbers", che danno il titolo al nuovo disco di Hamish Hawk, sono delle sequenze o schemi di numeri ricorrenti dotati, per chi ci crede, di valenze e significati cosmici. E se ci crede il giovane musicista di Edimburgo è difficile non dargli retta.
Due anni fa si è conquistato la nostra piena e incondizionata fiducia con "Heavy Elevator", un disco in cui ruba a piene mani dal romanticismo degli Smiths, dal dandysmo guascone dei Pulp, dal rapporto con la tradizione scozzese di King Creosote, e chissà da dove altro, uscendosene però fuori con un cantautorato pop vivo e vivido, che trasuda personalità ad ogni strofa e ritornello.
Il segreto del Nostro è una capacità di scrittura che non teme paragoni importanti, per farsene un'idea basta farsi un giro alla traccia numero 7 di questo ritorno discografico, una "Bill" che mette momentaneamente da parte gli arrangiamenti sontuosi e barocchi tipici di Hamish e veste il suo ritornello dolente giusto dell'eco di qualche sintetizzatore e di una slide guitar - la quale ritorna con i suoi accenti country anche in "Rest & Veneers". E non è la classe dei grandi, la semplicità di Scott Walker, quella con cui lo scozzese recita come un crooner scafato il testo fluviale e sfrontato di "Money"?

Nuda è anche "Frontman", dove la vocalità profonda di Hamish Hawk incontra quella duttile e sofferente di Anna B. Savage in una nebbiolina soffiata dall'accordion. Un raffinato regalo per chi attende con ansia il nuovo lavoro della chanteuse inglese, in uscita tra pochissimi giorni.
La sete di orpelli e soluzioni gargantuesche di chi ha amato i barocchismi di "Heavy Elevator" trova soddisfazione invece nelle orchestrazioni cinematiche di archi di "Once Upon An Acid Glance", nonché nel grandioso wall of sound di sintetizzatori croccanti di "Think Of Us Kissing", muro sul quale il cantautore può stagliare l'ennesimo ritornello grandioso.
Ulteriore pepe viene spolverato sul piatto dalla chitarra glam arruffata della title track e da un synth-pop rocambolesco intitolato "Dog-eared August".

Sempre fedele a sé stesso e ai suoi numi tutelari, Hamish Hawk punta nuovamente sulla sua personalità strabordante e su una cura certosina degli arrangiamenti in un lavoro che aggiunge poche novità a quanto ascoltato nel predecessore, ma rinforza un canzoniere ancora corto ma già sontuoso.

15/02/2023

Tracklist

  1. Once Upon an Acid Glance
  2. Think of Us Kissing
  3. Elvis Look-alike Shadows
  4. Bridget St. John
  5. Frontman
  6. Desperately
  7. Bill
  8. Angel Numbers
  9. Money
  10. Dog-eared August
  11. Rest & Veneers
  12. Grey Seals


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