Hold Steady

The Price Of Progress

2023 (Thirty Tigers)
alt-rock

La musica degli Hold Steady ha attraversato ben due decenni, contraddistinti da un netto sbilancio creativo, che ha trovato il suo culmine nei due egregi progetti pubblicati tra il 2005 e il 2006,  rispettivamente “Separation Sunday” e “Boys And Girls In America”, per poi sfiorare una pur dignitosa routine nel decennio successivo, una fase che la band prova a spezzare con il nuovo “The Price Of Progress”.

 

Anche per Craig Finn e soci è venuto in verità il tempo di fare i conti con il passare del tempo, ma per fortuna gli Hold Steady non mettono in piedi un grottesco tentativo di rinverdire suoni e tematiche consunte, consapevolezza e riflessione accompagnano la formazione nel loro album più vivido degli ultimi tempi. L’arma della varietà e di una acidula verve post-punk permette alla band di tenere alta la tensione, inaugurando con un set di canzoni tipicamente in linea con le miglior intuizioni passate.

“Grand Junction” è una melodia agrodolce al 100 % in stile Hold Steady , ma è l’arroventata e incandescente “Sideways Skulls” il momento clou dell’album, non a caso scelto come singolo: una frustata di energia di puro hard rock anni 70, un autentico morso a denti stretti di viscerale rock’n’roll che mette insieme furore e immaginazione.
Dopo l’eccitante uno-due iniziale, il resto del disco è caratterizzato dal consueto cantato quasi recitato di Finn, che concede spazio a molte interessanti variazioni sul tema - l’efficace verve ironica rock-blues di “Carlos Is Crying”, la drammatica forza narrativa di “Understudies”, adagiata su un groove funky/noir, o lo scorrere di potenti riff e refrain nell’inebriante “Sixers”-  evitando l’enfasi tipica di molte band rock. Nello  stesso tempo l’album non lesina emozioni sotterranee e sinuose, come nella prorompente sequenza di immagini e armonie di “The Birdwatchers”, dove si intrecciano campane tubulari e una prorompente sezione fiati.

Che la penna di Craig Finn fosse ritornata ai tempi migliori l’avevamo già notato nel recente album solista “A Legacy Of Rentals”. Seppur con le dovute differenze, lo stesso slancio creativo è percepibile in tutto l’album della band. Titoli come  “City Of Eleven” e “Flyover Halftime” non aggiungono nulla a quanto già sapevamo degli Hold Steady, ma certificano che la sensazione di ritrovata ispirazione è più che una semplice illusione.

01/04/2023

Tracklist

  1. Grand Junction
  2. Sideways Skull
  3. Carlos Is Crying
  4. Understudies 
  5. Sixers
  6. The Birdwatchers
  7. City at Eleven
  8. Perdido
  9. Distortions of Faith
  10. Flyover Halftime


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