Leggiadro come una piuma si libera l’electro indie-pop del duo LIES, niente meno che Mike Kinsella, tornato in stato di grazia col rilancio della carriera degli American Football, e il cugino Nate Kinsella, insieme proprio nel celebre ensemble emo e nel gruppo art-rock Joan of Arc. Il primo album del duo di Chicago licenziato con la locale Polyvinyl sembra porsi in continuità col songwriting degli album di Owen, il progetto solista di Mike al quale Nate aveva collaborato, fatto salvo che lo spazio prima colmato dalle trame delle chitarre viene adesso in buona parte occupato da pianoforti, archi e sintetizzatori ricordando, a livello concettuale, il parallelo tra l’operazione Death Cab For Cutie e Postal Service.
Ancora una volta ricondotto ai temi del quotidiano (amicizia, relazioni, famiglia) si libera dalla malinconia delle canzoni di Owen, per aprirsi nelle melodie soprattutto vocali e negli arrangiamenti al brio e a una palette timbrica più ricca, tra soli di sax (“Echoes”), cori femminili (“Corbeau”) e pizzicati (“Merely”).
Incipit elettronici radiosi (“Resurrection”), passaggi synth-pop con chitarre ruvide à-la Depeche Mode (“Camera Chimera”), strofe indietroniche spigliate (“Summer Somwhere”) e ballad rarefatte (“No Shame”) con dolci fraseggi di chitarra à-la Cure (“Rouge Vermouth”) costellano quasi un’ora di musica piacevole ma non memorabile, talmente cesellata nel sound da far perdere di vista la forma generale della canzone. Un’anticamera di sperimentazione per il songwriting di Mike Kinsella, soprattutto in tempi di pandemia, ma troppo evanescente per essere altro.
14/12/2023