C'è un confine che ogni buon artista non dovrebbe mai valicare, ovvero quello che separa il proprio talento dalla grande macchina del successo, e dunque dell'autocelebrazione. La storia del rock e del pop è piena di musicisti dotati, sacrificati in nome della mediocrità e del concetto della musica come prodotto.
Aveva riacceso le speranze degli amanti del pop più colto l'inatteso trionfo di Laura Pergolizzi, cantautrice salita alla ribalta internazionale con la celeberrima "Lost On You", in verità già autrice di successo per Christina Aguilera, Rihanna e altre popstar. Per merito delle indiscutibili doti vocali e di una scrittura abilmente calibrata, l'artista americana ha intrapreso una discreta carriera, priva di scossoni, forte anche di una personalità alquanto diversa dalle platinate rockstar e da un continuo e sentito impegno a sostegno della comunità LGBTQ.
A tanto interesse e sostegno da parte di pubblico e critica non è corrisposto un riscontro artistico di eguale valore, al punto da incidere anche sulle vendite, con un penultimo album ignorato da mercati importanti come quello inglese e americano ma anche da quello italiano, che ha offerto spesso una notevole visibilità e attenzione alla Pergolizzi, in virtù delle sue origini italiane.
"Love Lines" è l'album del ritorno a una forma più pop e spensierata, un tentativo di recuperare la primigenia ispirazione dopo la rottura di un rapporto sentimentale durato sei anni. Il risultato è un disco tanto gradevole quanto inoffensivo, una sequenza di ordinaria arte della composizione con alcune punte di diamante affidate ai singoli già pubblicati: "One Like You" e "Golden".
Un più aromatico gusto latineggiante agita il nuovo album di LP ("Dayglow"), ma "Love Lines" scorre senza lasciare alcun segno; anche le doti vocali sembrano funzionali a un suono sempre più levigato e derivativo.
Si fanno comunque notare la presenza di Levante nel pop alla Future Island di "Wild", l'energico riff pop-rock rubato a "Take On Me" degli a-ha per "Love Song" e la citazione beatlesiana di "Long Goodbye", tutte scelte che indicano un'ancor più decisa fascinazione verso quel pop radiofonico mordi e fuggi che le vecchia gesta della cantautrice americana sembravano aver relegato a terreno artistico di musicisti più inclini allo star system.
"Love Lines" è un tentativo non del tutto riuscito di ritrovare un'identità artistica che sia pari alle indubbie doti vocali e di performer di Laura Pergolizzi. Un disco né brutto né particolarmente incisivo, anche se le vie del successo sono infinite e con un'adeguata promozione questo nuovo progetto ha tutte le potenzialità per catturare un pubblico generalista.
08/11/2023