Me Lost Me

RPG

2023 (Upset! The Rhythm)
avant-folk

C’è un sottile filo che unisce la musica di Jayne Dent aka Me Lost Me a quella di Richard Dawson. Non è solo l’aria condivisa di Newcastle upon Tyne, ma un modo curioso, giocoso e in qualche modo distopico di declinare la musica folk, substrato comune ai due. Nato come progetto solista nel 2017, dopo due album in crowdfunding, “Arcana” (2018) e “The Good Noise” (2020), e l’Ep “The Circle Dance” (2021), Me Lost Me è diventato una sorta di collettivo che prevede la collaborazione regolare dei musicisti jazz Faye MacCalman al clarinetto e John Pope al contrabbasso.
Dai club folk di Sheffield agli studi di belle arti a Newcastle, Jayne Dent ha costruito, grazie alla sua curiosità e al suo talento, una modalità compositiva capace di unire la tecnologia di studio e l’elettronica al songwriting tradizionale. Una combinazione di folk tradizionale, field recordings, effetti elettronici, art pop e improvvisazione, che colpisce nel segno, soprattutto in questo nuovo album, intitolato “RPG”, che porta la musica tradizionale a cavallo del tempo dalle tradizioni arcaiche dei racconti popolari fino al futuro, senza paura ma con una giocosa curiosità.

Già da “Real Word” con i suoni sintetici, i field recordings e il dialogo digitale tra la Dent e Adam Wilson-Holmes, veniamo catapultati in un mondo che sembra essere contemporaneamente sia reale che immaginario. Ed è proprio il suono di un videogioco a introdurre “Eye Witness”, brano che si sviluppa tra un clarinetto in loop, battiti di mani e synth a sancire una modalità che troveremo spesso all’interno dell’album. Questo perdersi (“Festive Day”) in un bosco senza tempo tra violino e sospiri, contrabbasso e synth, un paesaggio antico dove svettano ambientazioni surreali e fantastiche.
Ci sono anche due brani cantati a cappella, il primo è un traditional, “Mirie It Is While Sumer Ilast”, una delle più antiche canzoni in lingua inglese e uno dei pochi esempi di musica non liturgica dell’Inghilterra medievale della prima metà del XIII secolo, che parla della nostalgia dell’estate di fronte all’avvicinarsi del freddo. L’altro, “The Oldest Trees Hold The Earth”, narra del tempo che si allunga tra i rami di esseri secolari nascosti nei boschi ed è stato composto ad Aarhus, in Danimarca, con la musicista folk di Newcastle (ma di origini danesi) Ditte Elly.

Per me il folk è un’idea piuttosto ampia. Lo considero un lavoro creativo spesso realizzato ad hoc, fatto con le cose che hai a portata di mano, e il più delle volte nasce da un’etica DIY. Si tratta di canzoni e storie di persone, nel senso tradizionale del termine, ma anche di coding creativo, game design, ecc. Qualunque sia lo sbocco che qualcuno ha per la propria espressione creativa può essere descritto come folk. Sono le cose che facciamo perché gli esseri umani hanno bisogno di fare cose, e le storie che raccontiamo su noi stessi e sul mondo che ci circonda
(Jayne Dent)

Un assioma coerentemente messo in musica dalla Dent nel gioco delizioso di fermate e ripartenze di “Collide”, nello splendido loop di synth arricchito da clarinetto, registrazioni di uccelli che cinguettano e percussività rotolante di una “Heat!” che a tratti ricorda la migliore Bjork, nel folk sospeso e sperimentale di “The God Of Stuck Time” e “Side Quest” e in quello più “tradizionale” e psichedelico di “In Gardens” e “Until Morning”, quest’ultima impreziosita dallo splendido flauto dell’ospite Sam Partridge.
Il brano finale dell’album, “Science And Art”, ci mostra di nuovo tutta la gioia e la giocosità della creazione sonora: “Dita che premono sull’argilla per descrivere una cosa impossibile, per sognare qualcosa di reale. Non perché abbiamo bisogno che duri, ma solo perché avevamo bisogno di creare”.

“RPG” è un disco capace di far innamorare sia chi ama la tradizione sia chi preferisce la sperimentazione; una serie di paesaggi sonori metà strada tra antico e moderno, con una magistrale miscela di radici folk, elettronica e arrangiamenti intriganti, resa ancora più solida e convincente da una voce ricca e piena di sfumature che, anche a livello lirico, riesce a bilanciare elementi ambientali surreali e fantastici con situazioni ordinarie e quotidiane. Una splendida sorpresa e un disco di tale profondità sonora da renderlo di difficile collocazione all'interno di un genere definito. E tornando all'inizio, indovinate chi si è portata Jayne Dent in tour con lei (sia nella versione trio che in quella in solitaria)? Ebbene sì, proprio lui: Richard Dawson.

04/10/2023

Tracklist

  1. Real World
  2. Eye Witness
  3. Festive Day
  4. Heat!
  5. Mirie It Is While Sumer Ilast
  6. The God of Stuck Time
  7. Side Quest
  8. The Oldest Tree Holds the Earth
  9. Collide
  10. In Gardens
  11. Until Morning
  12. Science and Art






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