Pretenders

Relentless

2023 (Parlophone)
rock

Dopo due decenni - i Nineties e i Naughties - altalenanti, Chrissie Hynde negli ultimi anni sembra aver ritrovato una certa ispirazione che le mancava, forse, addirittura dai tempi di "Learning To Crawl". L'ultimo suo disco appena pubblicato, "Relentless", conferma infatti quanto di buono già mostrato dai precedenti "Alone" (del 2016) e "Hate For Sale" (2020), spingendosi pure oltre in termini di scrittura e andando a comporre una sorta di trilogia che rinnova efficacemente il marchio Pretenders: sempre nel solco della tradizione, certo, ma con ancora qualcosa da dire. Con sincerità, talvolta, persino spiazzante, come nella traccia d'apertura "Losing My Sense Of Taste", caratterizzata da cupe atmosfere post-punk e da un testo quasi disturbante nella sua sincerità, con Chrissie che ammette di aver attraversato una demenza pre-senile o una specie di psicosi e che ora non le interessa più nulla neanche del rock'n'roll ("I don't even care about rock and roll/ All my old favorites seem tired and old").

Un album, dunque, crudo e autentico fin dalle prime note, che ha conquistato la critica anglofona anche grazie a una certa tensione tipicamente new wave che rimanda agli anni migliori della band: "A Love" si basa su un riff ripetitivo e ipnotico, mentre "Vainglorious", il pezzo più punk del lotto, è nello stile dell'immortale "Precious", la traccia d'apertura dello storico debutto dei Pretenders.
Una certa magniloquenza emerge invece in brani come "The Promise Of Love" e "Merry Widow", quest'ultima valorizzata anche dalle divagazioni psichedeliche alla chitarra del bravo James Walbourne, un multistrumentista in passato già al lavoro con Ray Davies (un nome che, di riffa o di raffa, quando si parla di Chrissie Hynde ricorre spesso) e coi Pogues. Principale co-autore del disco, alle prese con svariati strumenti (dal mellotron al pianoforte), è lui a occuparsi anche dei cori. Assente invece il batterista Martin Chambers, qui rimpiazzato da Kris Sonne: Hynde rimane quindi l'unica reduce della line-up originale dei Pretenders.

La cantante-chitarrista di Akron mai come in questo disco predilige le note basse, ma la sua voce sa essere ancora intensa ed è in grado di valorizzare i brani più disparati, spaziando dall'intensità di "Domestic Silence" alla quiete apparente di "The Copa". Chrissie si dimostra così ancora in grado di alternare i pezzi più energici (tra cui il singolo di lancio "Let The Sun Come In") alle pause romantiche o riflessive, proprio come ai bei tempi.
Rispetto ai due lavori che lo hanno preceduto, "Relentless" risulta essere in ogni caso un album più lento, soprattutto nella seconda facciata, più acustica e introspettiva, dominata da sentimenti come la tristezza e la nostalgia e ricca di ballate dolenti ma che non scivolano mai nel patinato o nel patetico. Spiccano dunque pezzi meditativi come "Your House Is On Fire" e "Just Let It Go", quest'ultima una ballad di gran classe, rinvigorita da uno straordinario assolo di Walbourne. A non convincere pienamente è solo il lungo brano conclusivo, paradossalmente anche il più atteso, vista la presenza di Johnny Greenwood, occupatosi dell'arrangiamento d'archi.

Seppur ferita e abbattuta proprio come il bambino coi guanti da boxe e una benda sull'occhio raffigurato nell'inquietante copertina dell'album, opera dello street artist irlandese Solus, l'inflessibile Chrissie Hynde non ha tuttavia alcuna intenzione di smettere e di appendere la chitarra al chiodo. Per fortuna, verrebbe da aggiungere, se è ancora in grado di regalarci dischi così sentiti e viscerali.

08/10/2023

Tracklist

  1. Losing My Sense Of Taste
  2. A Love
  3. Domestic Silence
  4. The Copa
  5. Promise Of Love
  6. Merry Widow
  7. Let The Sun Come In
  8. Look Away
  9. Your House Is On Fire
  10. Just Let It Go
  11. Vainglorious
  12. I Think About You Daily




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